CASSANO, Il Lupo di Bari vecchia
Vi chiediamo innanzitutto scusa se scomodiamo ancora una volta il mondo animale per descrivere al meglio le ultime vicende calcistiche. Dopo la pulce, la cicala e la formica, è infatti la volta del lupo. Ma la stringente attualità lo impone nella maniera piu' assoluta. E noi non possiamo esimerci. Prendete una città passionale ed accogliente. Una squadra dalle ambizioni notevoli ma comunque lontana dalle pretese di stretta pertinenza delle grandi società. Un dirigente che fa della lungimiranza il suo marchio di fabbrica. Ed un campione in disarmo, passato dalle platee calcistiche a quelle televisive nelle vesti di macchietta panciuta e ingorda che scatena le risate del pubblico spagnolo. Questi sono i primi paragrafi della storia fra Antonio Cassano e la Sampdoria, un idillio giunto alla rottura lo scorso 26 ottobre, in maniera improvvisa ma forse non inaspettata. Nello scorrere il libro dell'avventura doriana di Cassano, si leggono infatti molte belle pagine, su tutte la qualificazione ai preliminari di Champions League, il doppio ingresso in Coppa Uefa, la nazionale riconquistata (almeno fino all'avvento di Lippi) ed un processo di maturazione finalmente portato avanti, perchè il ragazzo di Bari vecchia, tremendamente bravo con il pallone tra i piedi, iniziasse ad usare la testa con altrettanta maestria. La scelta di mettere alle spalle le "cassanate" e la volontà di stupire solo sul rettangolo di gioco, un grande amore e il matrimonio che pone fine all'interregno, greve e leggero allo stesso tempo, delle 700 donne messe insieme con il collante della futile celebrazione di sè. In mezzo a questi edificanti capitoli, qua e là è però spuntato un rigo o una nota a margine che riportavano in auge la vecchia immagine del talento indisciplinato e goliardico che nemmeno l'avanzare del tempo porta a piu' miti atteggiamenti. Come la sceneggiata contro il Torino, o quando nello scorso campionato il giocatore, in urto con Delneri, è stato messo fuori rosa per un mese, senza tra l'altro minimamente incidere sul rendimento della squadra, protagonista anzi di una scia di vittorie (come accaduto anche domenica a Cesena), sino al tentativo, fallito in dirittura d'arrivo, di organizzare in tre giorni la sua cessione in prestito alla Fiorentina. L'ultimo capitolo coincide con il rifiuto opposto al presidente Garrone di partecipare ad una premiazione, posto in maniera volgare e totalmente inopportuna, l'episodio che ha posto una pietra tombale sul rapporto dopo tre anni fruttuosi e coinvolgenti. Siamo all'atto finale, la situazione risulta compromessa senza possibilità di retromarcia. La Sampdoria avrebbe potuto far passare sotto silenzio quanto successo e risolvere internamente la questione. Invece vi ha dato la massima visibilità con tanto di comunicato ufficiale. Una posizione che non cambia, fa sapere lo stesso Garrone, insensibile alle scuse tardive del giocatore barese. Lo ripetiamo, il libro aveva una bella copertina ed era anche interessante. Ma si poteva leggere fra le righe che il finale sarebbe stato burrascoso.
Sicuramente non si arriverà alla rescissione contrattuale perchè non converrebbe a nessuno e per le casse genovesi equivarrebbe ad un suicidio. Ma fra gennaio e giugno Cassano lascerà la Sampdoria per approdare probabilmente alla Juventus o al Manchester City che però già trabocca di attaccanti. A leggere fra le righe, la questione dell'adeguamento contrattuale poteva indossare le vesti del cosiddetto terzo incomodo fra le parti in causa. E così è stato. Cassano avrebbe dovuto rinunciare a larga parte dello stipendio e le contrattazioni stentavano ad avanzare. La Sampdoria ora può risparmiare sul monte ingaggi e con il ricavato del cartellino creare una plusvalenza rispetto al prezzo di acquisto dal Real Madrid, al netto della tanto citata clausola in caso di vendita anticipata. Mandare via un calciatore, per quanto famoso e affermato, dopo un simile comportamento risulta poi molto piu' semplice da far digerire alla piazza, schieratasi compattamente a fianco della dirigenza. Guarda caso Cassano, messo alle strette, ha evocato una maxi multa nei suoi riguardi che ne porterebbe gli emolumenti molto vicini alla soglia proposta dalla società. Adesso Cassano si sbraccia professandosi pentito. Crediamo alla buona fede di tutti, ma se non desiderava partecipare a quell'evento, avrebbe potuto dirlo in mille altri modi e illustrando immediatamente i problemi con la gravidanza della moglie. Invece non ha trovato nulla di meglio che rispondere in maniera maleducata al Presidente che per lui nutriva un affetto quasi filiale. Auguriamo a Cassano tutto il meglio possibile, per la sua carriera e per la famiglia, ma mai come adesso è stato dimostrato che il lupo perde il pelo ma non il vizio. E se il circo di animali nominati all'inizio non vi è bastato, questa sera si è aggiunto il tapiro d'oro auto-inflittosi da un Cassano con il capo cosparso di cenere. E domani potrebbe essere la volta di Garrone. La chiusura su Gareth Gale del Tottenham. Gli addetti ai lavori e gli opinionisti si stanno stracciando le vesti per descrivere il suo incredibile talento. Ogni tanto esce fuori qualche voce di mercato che lo accosterebbe ad un club italiano, una circostanza impropronibile perchè il costo di Bale, gallese predestinato quanto il suo connazionale Ryan Giggs, è semplicemente inavvicinabile. Chi volesse Bale arriva con tre anni di ritardo e dovrebbe risintonizzarsi all'epoca del trasferimento dal Southampton (culla poco tempo prima di Walcott), quando le cifre in ballo erano ancora ragionevoli nonostante il ragazzo mostrasse già doti immani. Anche solo ipotizzare trattative in tal senso oggi è un vano esercizio di stile, e metterebbe ancora piu' in risalto la non eccellente accortezza dei nostri osservatori. Se questi fossero stati piu' attenti, probabilmente oggi Benitez avrebbe un problema in meno per la Champions e Maicon si sarebbe risparmiato un paio di serate da incubo...