ROMEI A FV, Giovani, la voglia di ripartire vincerà

01.01.2021 16:00 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Di Nardo
ROMEI A FV, Giovani, la voglia di ripartire vincerà

Il 2020 è stato anno funesto in tutto e per tutto, non di meno nel calcio: una delle vittime (sportive) di questa situazione di incertezza e divieti legata alla pandemia di Covid-19 è il calcio giovanile, movimento tanto fondamentale per sviluppo sportivo e sociale di migliaia di ragazzi quanto spesso messo in secondo piano nelle drastiche decisioni prese dalle istituzioni. Per capire le difficoltà vissute dal calcio dei più piccoli e vedere come provare a ripartire in questo nuovo anno abbiamo intervistato uno che coi ragazzi ci lavora da una vita: Maurizio Romei, storico dirigente della Settignanese, un grande conoscitore del calcio giovanile che ci ha spiegato come la sua società ha affrontato lo stop forzato alle attività.

Come avete vissuto in società questo travagliato 2020?
“Abbastanza bene, ma la nostra condizione non fa testo perché la nostra è sempre stata una società in salute, direi che siamo una mosca bianca tra le società giovanili: abbiamo avuto coraggio di fare un camp estivo a giugno, l’iniziativa ha avuto parecchio successo, hanno partecipato più di 200 bambini ed è andato tutto bene. Il primo settembre poi siamo riusciti a far partire il prestigioso torneo Rocco: abbiamo svolto competizione rispettando le norme del protocollo e con l’aiuto di un membro della FIGC che presenziava durante lo svolgimento delle partite; ovviamente abbiamo dovuto ripensare al format del torneo ed ai partecipanti, non ci sono state squadre straniere ed anche Milan e Sampdoria non hanno partecipato. A settembre siamo anch ripartiti con i campionati, anche se abbiamo giocato solo due gare (la seconda senza pubblico) prima dello stop forzato. Noi l’attività  bene o male (a volte a ranghi ridotti e senza spogliatoi) l'abbiamo quasi sempre fatta, siamo stati chiusi i primi 15 di novembre, economicamente senz' altro abbiamo avuto un calo nelle entrate, ma niente in confronto a società più piccole e. Penso che ci siamo messi alle spalle il periodo più buio, anche grazie all’aiuto di nostri collaboratori tecnici che hanno rinunciato ad alcuni contributi mensili per non danneggiare ulteriormente le casse della società".

Pensa che il governo e la Lega abbiano fatto tutto quello che era in loro potere per dare una mano ai club dilettantistici ed alle squadre giovanili?
"Se guardo al nostro (ndr:il Comitato Regionale Toscano), credo di sì. Gli aiuti della regione sono stati fondamentali dandoci una mano come potevano. Sono arrivati anche aiuti dal credito sportivo e proroghe per le iscrizioni ai campionati. Le decisioni grosse poi le ha prese il governo, ma il nostro Comitato ci ha tutelato per quanto ha potuto fare".

Poco più di un mese di allenamenti in quasi un anno e pochissime partite giocate: crede che alla lunga questo prolungato stop abbia ripercussioni sulle future generazioni?
"La voglia di giocare è tanta, penso che indietro non rimarrà nessuno. Hanno perso mesi importanti di insegnamento calcistico, soprattutto i più piccoli, ma i ragazzi apprendono velocemente. Mi sento di dire che, da parte di tutti, c è più voglia di ripartire che paura. Sarà fondamentale vedere la condizione al 15 gennaio e come procederà il piano di vaccinazione, ma adesso sembra che il clima sia cambiato".

Uno sguardo ai più piccoli: secondo lei, dopo aver vissuto la drammatica esperienza del Covid, le famiglie saranno più restie a iscrivere i propri figli nelle scuole calcio?
"Le famiglie hanno dimostrato in questi mesi di puntare ancora forte su di noi. Forse c’è un po’ più di cautela in più da parte delle società, perché la situazione rende più difficile gestire molti bambini. I più piccoli sono quelli che scalpitano maggiormente: vogliono giocare, non si tengono più. La necessità dei bambini di giocare è fisiologica e mentale, questo non cambierà comunque nonostante l'ultimo anno. Anche i ragazzi più grandi mi stanno pressando, mi chiedono in continuazione quando potranno tornare a giocare. Ripeto, la  voglia di giocare a calcio è tanta, nemmeno questo anno l’ha indebolita".

Non sembra esserci più spazio per la paura: la voglia di ripartire supera di gran lunga i timori dettati da una situazione ancora incerta.
Per chiudere abbiamo chiesto a Romei un parere su due ragazzi che conosce bene poiché passati entrambi dalla Settignanese, i fratelli Chiesa.

Come giudica l’impatto di Federico col mondo Juventus?
"I primi mesi di Federico con la Juve sono stati ottimi. Ho sentito sia Enrico (ndr. il padre) che lui in queste ultime settimane. Gli ho fatto i complimenti anche per come si sta approcciando ad uno spogliatoio pieno di campioni. E’ chiaro che c’è concorrenza, ma è la dimensione giusta per un giocatore come lui. Purtroppo, aggiungo da tifoso viola. L’obbiettivo per la Fiorentina dovrebbe essere tornare ad un blasone tale da poter tenere certi giocatori".

E su Lorenzo: pensa possa soffrire il trattamento che Firenze sta riservando al fratello e gli insensati insulti ricevuti?  
"Non credo che gli insulti al fratello possano danneggiare Lorenzo: lo conosco bene, è un ragazzo semplice e sereno. Lorenzo dimostra sempre di avere la testa sulle spalle; le offese non fanno certo piacere ma lui a 16  anni ha già la testa per andare avanti e alla Fiorentina tutti gli vogliono bene".