Paolo Carbone: Il goal fantasma è sempre più... Distante!

TMW svela i segreti del sistema sperimentato a Udine nell'ultima giornata di campionato
06.12.2006 14:30 di  Andrea Pasquinucci   vedi letture
Fonte: di Paolo Carbone per TMW
Ing. Arcangelo Distante. E' lui il nostro uomo. Pugliese, ormai naturalizzato barese e Direttore dell'ISSIA, un organismo che fa parte del CNR di Bari e che è l'acronimo di Istituto di Studi sui Sistemi Intelligenti per l'Automazione. L'attività di questo Istituto è rivolta allo studio di nuove tecnologie che possano supportare le attività umane. All'interno di questa struttura diversi mesi or sono è cominciato, chiamiamolo così, "lo studio dei goals" rivolto, in particolare, all'eliminazione dei cosiddetti "goals fantasma" e del relativo quesito "il pallone è entrato o non entrato?". Uno studio, questo, che è arrivato alla prova del campo, la sola che può trasformare le semplici referenze in realtà consacrata. E la prova del campo, intesa come funzionamento dell'apparato, è avvenuta ad Udine in occasione della gara Udinese-Reggina dello scorso 3 dicembre. Prima di scendere nel merito, è giusto ricordare che, per avere un goal valido, il pallone deve superare con la sua intera circonferenza la linea di porta. In realtà è neccesario essere assai più precisi. Diciamo allora che, per essere goal valido il pallone deve superare con l'intera circonferenza, in un punto qualsiasi, un piano verticale immaginario, per esempio, di vetro, spesso un solo millimetro e anche meno, appoggiato sugli spigoli dei pali rivolti verso l'esterno del terreno, verso la rete. Un piano, cioè, che copra per intero il cosiddetto "specchio della porta". L'Ing. Distante, il papà di questo progetto, ha accettato di rispondere alle nostre domande e lo ringraziamo per la disponibilità. Ing. Distante, come funziona tutto l'apparato? "Per comodità parliamo di una sola porta, essendo chiaro che per la porta opposta vale lo stesso discorso. Ora, ai lati della porta, ad una certa altezza dal suolo (15-20 metri) sono posizionate due telecamere. L'ottica di ciascuna delle due telecamere è allineata con quel piano immaginario descritto in premessa. Le due telecamere acquisiscono ciascuna, in tempo reale, 200 immagini al secondo. Queste immagini, via fibra ottica, vengono trasmesse ad un server che si trova in una zona acconcia dello stadio. Le stesse immagini vengono visualizzate sul monitor e - questa la parte innovativa del sistema - vengono registrate su un disco e nel contempo elaborate. Ossia avviene che l'automa si pone alla ricerca (e, se c'è, di sicuro lo trova all'istante) del fotogramma che documenta la 'luce' fra quel famoso piano immaginario di cui abbiamo parlato prima e la circonferenza del pallone, con un margine di errore trascurabile (al massimo 1 centimetro a 100 metri di distanza). A quel punto, sempre in tempo reale, parte una segnalazione via radio alle riceventi di cui dispongono gli ufficiali di gara (arbitro e assistenti) ai quali spetta la decisione definitiva. Quindi non è la macchina che decide perchè la macchina non è fatta per decidere. La macchina aiuta, avverte, ma il verdetto ultimo spetta sempre all'uomo. Piuttosto devo sottolineare che tutte le fasi da me elencate poc'anzi, dall'acquisizione della sequenza a 200 fotogrammi al secondo fino al segnale finale trasmesso agli arbitri via radio, avvengono in simultanea e quindi è possibile la decisione arbitrale istantanea...". Credo che quest'istantaneità sia l'elemento decisivo. Finora la tecnologia, a cominciare dalla famigerata moviola in campo, è stata tenuta lontana dal calcio perchè, a parte la labilità del mezzo, per decidere ci volevano tempo e minuti, e lo spirito del gioco non tollera quelle pause prolungate che possono andare bene per altre discipline sportive, con essenze e coordinate diverse. Non crede? "Lei ha perfettamente ragione. Le dirò che questo progetto è piaciuto a Blatter ed ai piani alti della FIFA proprio perchè la rapidità di decisione degli ufficiali di gara onora l'essenza del gioco e, per di più, assicura la possibilità di valutare, praticamente senza errori, una importante fase di gioco come il 'goal-non goal', da sempre una croce e delizia del calcio. La delegazione della FIFA non è venuta, come annunciato, o non è potuta arrivare, non so per quale ragione. C'era solo Agnolin. Devo dire, comunque, che la FIFA ha già approvato il nostro progetto 9 mesi fa, ai primi di marzo. Adesso dovranno decidere solo in quale torneo internazionale giovanile mondiale effettuare la sperimentazione. E, se non mi sbaglio, nel 2007 ce ne saranno due: uno in Canada a giugno ed uno in Corea ad agosto. Una decisione comunque potrebbe già esserci a cavallo fra fine febbraio-inizio marzo allorquando si riunisce l'International Board, l'unico organismo che può introdurre l'uso di questo apparato come integrazione del regolamento". In che cosa è consistito l'intervento dell'Udinese Calcio? "Noi avevamo già il brevetto di questo progetto. Il presidente dell'Udinese, Pozzo, ne ha finanziato la sperimentazione. Poi, visto che la cosa funzionava e considerato che da solo non poteva utilizzarla, molto signorilmente ne ha ceduto l'uso alla Federcalcio che, a sua volta, ha coinvolto la FIFA per estenderne l'uso al mondo intero". Scusi ing. Distante, ma fra telecamere, server, computer, monitor, apparati radio e quant'altro, quanto viene a costare un impianto da installare in uno stadio? "Per una risposta di massima, senza fare troppi conti e senza specificare le singole voci, dirò che andiamo dagli 80 mila ai 100 mila euro" Ho chiesto dei costi perchè, ove mai la FIFA decidesse di adottare ufficialmente il vostro apparato, questo andrebbe installato negli stadi di tutto il mondo, non essendo ipotizzabile, per esempio, che l'apparato sia installato a Udine e non lo sia a Bari o a Roma. Quindi si profila una, chiamiamola così, movimentazione a dir poco colossale. E' così? "Certo. Adottato ufficialmente, l'apparato diventa una infrastruttura essenziale di uno stadio, anche se non dobbiamo dimenticare che, in rapporto al costo di uno stadio, il costo dell'apparato è, tutto sommato, trascurabilissimo". Questo è anche vero, ma è innegabile che, se questo apparato integra e sorregge un responso importante come il "goal-non goal", allora va installato in tutti i Paesi e, in uno stesso Paese, dalla Serie maggiore fino all'ultima categoria, visto che il "goal-non goal" vale a tutti i livelli. E allora davvero potrebbe sorgere un gigantesco problema di attuazione pratica della decisione FIFA. Non crede? "In teoria, e forse anche in pratica, questo è possibile. Io credo, perciò, che la FIFA potrebbe anche adottare una sorta di decisione intermedia, ossia di esigere l'installazione dell'apparato, in ciascun Paese, dalla massima categoria, quindi, ad esempio, dalla nostra Serie A, fino ad un certo livello, per esempio, la Serie C-2. In fondo non dovrebbe essere difficile accettare che nelle categorie inferiori l'apparato manchi, così come si accetta, per esempio, che nelle categorie inferiori spesso le tribune siano dei fac-simile, che le strutture siano quanto mai spartane o che manchi l'impianto di illuminazione. Certo, su quei campi e campetti l'arbitro dovrà sempre decidere solo con i propri occhi, ma non è quello che ha fatto finora? In ogni caso, a noi interessa aver dimostrato che il supporto ad una regola è possibile. Vedremo come si regoleranno nelle alte sfere". Se non sbaglio, state lavorando anche ad altri progetti, a cominciare da quello che rileva in modo esatto il fuorigioco? "Sì, certo, solo che abbiamo davanti ancora tanto lavoro. A paragone, il 'goal-non goal' è semplice. Il fuorigioco è assai più complicato. Intanto c'è da fissare 2 attimi contemporanei, ossia il momento del passaggio e la posizione del giocatore destinatario della palla. E fosse solo questo, saremmo già avanti. Ma c'è da valutare anche lo sviluppo dell'azione, ossia dove finisce la palla con tutte le fasi successive. In proposito posso dire solo che stiamo lavorando e null'altro". Un caldo ringraziamento all'Ing. Distante ed una riflessione. Per ora accontentiamoci! Il calcio forse, e senza 'forse', ha trovato un aiuto che lo sorregge e non lo snatura. Ottimo! Lo stesso domani potrebbe accadere per il fuorigioco, valutato all'istante e con assoluta esattezza. Che bello! Intanto, però, dimostriamoci forti. E la virtù dei forti è la pazienza!