N. PIEROZZI A FV: "VIVO UN ANNO PERFETTO: ORA 10 GOL. PENSO GIÀ A MOENA. E LE ALI VIOLA..."
Otto reti e quattro assist realizzati giocando da quinto di destra è un bilancio che parla da solo. Lo sa bene Niccolò Pierozzi, che a Busto Arsizio con la maglia della Pro Patria sta vivendo probabilmente il suo miglior momento in carriera, in quella che per lui rappresenta la prima vera stagione tra i professionisti dopo quasi un decennio passato nel settore giovanile della Fiorentina (squadra che ancora detiene il suo cartellino). Numeri davvero importanti quelli del classe 2001, sul quale di recente si sono accesi anche i primi fari di vero calciomercato (con il Sassuolo in prima linea). Dopo le ultime due reti consecutive contro Renate e Seregno, Firenzeviola.it ha intervistato Pierozzi in esclusiva:
Pierozzi, aveva raggiunto quota 10 gol solo quando giocava in Under-17. Adesso, da quinto di centrocampo, è di nuovo a un passo dall’obiettivo: sorpreso?
“Sto vivendo un anno perfetto, come me lo immaginavo. Sto finendo molto bene una stagione che per me significa tanto e adesso punto alla doppia cifra. Sono sereno mentalmente e sotto l’aspetto fisico mi sento alla grande. Però lo confesso, quando lo scorso anno ho lasciato la Fiorentina sentivo di poter far bene”.
Cosa glielo faceva pensare?
“Sensazioni, non so come dirlo. Sentivo di non avvertire la differenze con i più grandi: avevo dentro di me la voglia di sfondare tra i professionisti ed ero convinto che avrei inciso subito. Per fortuna i miei presentimenti si sono tutti avverati”.
Con Aquilani lo scorso anno il passaggio da esterno a quinto e la consacrazione: la scelta della Pro Patria che gioca col 3-5-2 è dovuta a questo?
“Sì, il ruolo in cui sono maturato è stato decisivo per la scelta del club: la rifarei ad occhi chiusi. È una posizione in cui sento di poter dare il meglio di me: quando ho spazio, do tutto quello che ho e provo sempre a fare gol. Non so che ruolo ricoprirò in futuro, ma mi sentirei pronto anche per cambiare ancora…”
Magari facendo il terzino puro?
“Con i moduli cambia sempre tutto… però se devo dire la verità in futuro mi vedo più esterno basso che spinge da dietro che alto. Anche se chiaramente non mi precludo nulla. Il Pierozzi di ora non è più quello del settore giovanile. Per rispondere alla domanda però, sì: mi vedo anche terzino in una linea a quattro in futuro”.
Musica per le orecchie della Fiorentina, dove gli esterni faticano a segnare. Mentre lei di gol ne sa qualcosa…
“Ho dimostrato di aver capacità di inserimento e di farmi trovare al posto giusto, al momento giusto. Qui mi dicono tutti che ogni palla che tocco la trasformo in oro ed è vero: ho segnato in tutte le posizioni, persino da fuori area. Sento di avere dentro di me la cattiveria giusta”.
E sulle difficoltà degli esterni viola che dice?
“Che sono momenti. Ci sono stagioni in cui ti riesce tutto, come me, ed altre in cui scarti tre o quattro giocatori e poi mandi la palla fuori. È solo questione di tempo, sono certo che quando gli attaccanti della Fiorentina inizieranno a segnare non si fermeranno più”.
Nel frattempo si sono accesi i primi rumors di mercato su di lei: che fa, li ascolta?
“No, gli do zero peso. Primo perché sono un giocatore della Fiorentina e poi perché sono solo concentrato sulle ultime quattro gare di questa stagione. Ripeto, voglio la doppia cifra. Poi staccherò e me ne andrò in vacanza”.
Magari le “toccherà” andare a Moena, con Italiano…
“Non le nascondo che un pensiero ce lo faccio. Anche in questi giorni, anche mentre stiamo parlando. Mi sento pronto per salire con la Fiorentina in ritiro: voglio andare lì e dimostrare tutte le mie qualità”.
Ci sta dicendo che è già pronto per fare il terzino di una linea a quattro?
“Vedremo se mi verrà data questa chance: io ci spero. Ripeto, sul ruolo in campo non ho preclusioni e in un futuro mi piacerebbe cimentarmi anche in quella posizione”.
Che effetto le ha fatto incontrare da avversario suo fratello Edoardo in amichevole questa estate?
“Io ed Edo ci sentiamo sempre: tra Busto Arsizio e Alessandria (dove gioca Edoardo Pierozzi, ndr) c’è circa un’ora di macchina: quando non giochiamo lo stesso giorno, o io vado a vedere lui allo stadio o viceversa. È stato divertente ma anche particolare affrontarlo a luglio, anche se io sono sceso in campo il primo tempo e lui il secondo… peccato, se avessimo giocato contro mi sarebbe piaciuto “sfotterlo” un po’… però a parte gli scherzi, parliamo di mio fratello: uno che non potrò mai vedere né come un nemico né come un avversario”.