MORABITO A FV, Mavuba a Firenze? I giornali devono pur scrivere
Lucho Gonzalez, Drenthe, Tiago....e Mavuba. Continuano a rimbalzare sui principali quotidiani, sportivi e non, i nomi importanti del presunto mercato di gennaio della Fiorentina. Proprio sul francese, a suo tempo già accostato ai viola, sarebbe tornato Corvino sondando il terreno con il Villareal per un prestito fino a fine stagione. Contattato in esclusiva da Firenzeviola.it, il procuratore del giocatore, Vincenzo Morabito che tra gli altri assiste anche un vecchio “pallino” del diesse gigliato, Jan Klaas Huntelaar, smentisce qualsiasi contatto e in una piacevole chiacchierata ci svela molti aneddoti relativi alla finestra invernale del calciomercato. “Mavuba alla Fiorentina? - ci apostrofa subito Morabito – sono sconcertato. Francamente mi sfugge come possa uscire una notizia del genere. Priva del qualsiasi fondamento, peraltro”.
D'accordo, ma almeno in passato qualche sondaggio Corvino l'ha fatto? “Assolutamente no, e infatti non capisco come si continui ad accostare Mavuba alla Fiorentina. E' un giocatore che Corvino non mi ha mai richiesto, eppure, guardi, le assicuro che ci parliamo spesso. E ne abbiamo riso insieme. Mi confermava che, d'altra parte, è una costante la presenza di voci che vorrebbero la Fiorentina sempre pronta ad acquistare. Credo che sia evidente, invece, che i viola non hanno certo bisogno di rinforzi. La rosa è più che competitiva ed è in piena corsa per un posto in Champions League. Adesso deve pensare soltanto a fare bene la seconda parte della stagione, come del resto ha fatto nella prima”.
Molto convincente. Proviamo a forzare alla mano, allora. Mica sarà un'idea per giugno, quella di Mavuba a Firenze? “Mah. Tutto è possibile, certo. Ma onestamente non credo proprio. Ripeto, in questa finesta di gennaio, la Fiorentina, non ha bisogno di fare mercato. Lo ha già fatto molto bene questa estate. Non mi aspetto nessun colpo di mercato. Quanto a giugno, sono convinto che Frey e Mutu resteranno sicuramente a Firenze. Con una Fiorentina in Champions League, poi, si potrebbe anche alzare l'asticella dei traguardi e, di conseguenza, degli acquisti sul mercato. Sarebbe possibile, allora, trovare anche un budget diverso, superiore. Ma per il momento mi domando cosa possa fare di più la Fiorentina. Il problema, in Italia, sappiamo bene qual'è. Firenze è una realtà diversa rispetto a quella delle tre grandi. Milan, Inter e Juventus sono di un altro pianeta, con altre risorse. Certo i viola possono programmare qualche inserimento, e progettare a lungo termine obiettivi ambiziosi, ma il resto sono notizie pubblicate senza fondamenti”.
Prendiamo atto. Noi stessi che scriviamo di calciomercato, d'altra parte, abbiamo degli obblighi verso i lettori che, di calciomercato, sono appassionati. “Lo capisco perfettamente. E capisco che gli editori chiedono ai giornalisti di fare sempre più calciomercato. Anche, e soprattutto, perchè la gente vuole i nomi. Ma si tratta di tutte ipotesi al di fuori della realtà. Prenda Huntelaar, ad esempio. Giocatore più volte avvicinato alla Fiorentina. Un nome che, come quello di Mavuba, “tira” molto. Ebbene, chi lo dice che costa venticinque milioni di euro e percepisce un ingaggio di due milioni di euro? E poi a un Mutu cosa si risponde se il rumeno chiedesse l'adeguamento? Insomma, si tratta anche di equilibri di spogliatoio. Fino a oggi, mi pare che le scelte della società siano state tutte azzeccate. Un esempio? Penso a Bojinov. Infortunio a parte, non mi pare abbia fatto sfaceli in Inghilterra. I risultati, poi, più di tutto danno ragione alla Fiorentina”.
Decisamente illuminante, ci congediamo praticamente convinti della tesi: “Guardi, quello di gennaio è un mercato di riparazione. E dunque spetta alle squadre che non hanno fatto bene fino a oggi, intervenire sul mercato. Mi stupisce soltanto la Juventus, ma capisco che alcune mosse del giugno scorso siano state deludenti come Almiron, Tiago o Andrade. Per il resto la Fiorentina non deve riparare niente. Le ripeto, capisco che i giornali devono scrivere di mercato e fare nomi. Ma anche i tifosi devono capire che non si vince cambiando continuamente giocatori, ma confermando le basi solide”.