FOSCHI A FV, MERCATO LUNGO FAVORISCE GLI AGENTI. IN A SI DOVREBBERO VERGOGNARE
Sono tante le domande a cui il calcio europeo ed italiano è chiamato a rispondere per affrontare l'attuale situazione causata dall'ormai noto Coronavirus. Una di queste è relativa al calciomercato che sarà, perché a meno che la Serie A non venga interrotta definitivamente una finestra estiva non definita rischierebbe di creare ulteriore caos. Per avere un'opinione da chi il mondo del calcio lo conosce bene, FirenzeViola.it ha intervistato Rino Foschi, dirigente di lungo corso.
Direttore Foschi, pensa che allungare il mercato anche oltre il mese di agosto possa essere una possibile soluzione?
"Assolutamente no. Bisogna diminuirlo, non aumentarlo. Allungare i tempi del calciomercato e cercare di cambiarlo è il danno più grosso che si possa fare al calcio. Poi non si gestirebbero più gli spogliatoi e non sarebbe più una cosa seria. Solo pensare di tenerlo aperto vuol dire fare i propri interessi e non mi pare proprio il momento. Tenerlo aperto significa arricchirsi facendo operazioni che non hanno senso. Qui non si è capito che tutto sarà diverso, calcio compreso. Ma poi non capisco neanche per quale motivo… Ci sono dei contratti da rispettare, scadenze e non scadenze. Facciamo due esempi".
Prego.
"Primo esempio: ora ci fermiamo e rientriamo a luglio, anche se io lo vedo un po' strano per la questione fisica, ma tant'è. Noi giochiamo un mese a luglio, poi si fa le vacanze e il mercato resta normale, dov'è il problema? Secondo esempio: non ripartiamo e perdiamo un anno e anche qui il mercato resta a luglio e ad agosto. Perché allungarlo?".
Quindi escluderebbe di portarlo fino a dicembre o ad oltranza.
"Ma perché dovremmo farlo? Per arricchire i procuratori? Per complicare ancora di più la situazione con gli spogliatoi? Invece di pensare - e lo dico francamente - che qui sta succedendo una tragedia. Dovremo metterci le tende negli stadi tra un po' e qui si pensa a come cambiare il calciomercato".
In questo senso dunque, che posizione ha in merito al fermare definitivamente il campionato?
"Io non sono per fermare il campionato, sono per provare ad allungarlo. Sia chiaro. Ma anche se non lo fermiamo, tra due mesi siamo davvero pronti? Sappiamo se ci potrebbe essere un ritorno del contagio? Torniamo a giocare per i soldi delle televisioni? Noi dobbiamo aspettare gli eventi. Se gli eventi dicono che non si può ripartire, ci fermiamo".
E quindi come si muoverebbe?
"Ripartirei da dove eravamo rimasti. Finiamo il campionato attuale a porte aperte quando tutto sarà finito, poi piano piano sistemeremo anche il calendario per la prossima stagione. Ma mi faccia dire anche un'altra cosa".
Quale?
"Nel calcio bisogna ridimensionarci. Siamo tutti bravi a fare beneficenza nelle trasmissioni, poi quando è il momento dimostriamo tutt'altro. Fare le cose fatte bene per la gente è l'unica battaglia da portare avanti. Non solo perché la Lazio di Lotito vuole fare così o la Juve di Agnelli la pensa diversamente, tanto per dire. Chi la pensa così si deve vergognare davanti alla tragedia che stiamo attraversando. Pensano solo a non rimetterci e guadagnare. Che devono fare le fabbriche o le aziende che chiudono? Quelli sono i veri problemi".
Come ritiene che possa cambiare il calciomercato dopo questa emergenza?
"Cambierà tutto nelle nostre vite e così nel calcio. Non ci saranno più ingaggi da 8-10 milioni all'anno, non ci saranno più i contratti miliardari con le televisioni. Tutto andrà al ribasso".
Proviamo a fare una sintesi di ciò che pensa di questa situazione?
"Bene. Non si può parlare di allungare il mercato: la linea è quella e non va modificata. Se il campionato non si può concludere, lo si farà prossimamente. E dobbiamo ridimensionarci, tenendo conto che cambierà tutto per tutti. Non si possono fare le regole per non perdere i soldi e bisogna pensare a chi veramente soffre. Questo è il mio pensiero".