THE TIMES, Le più belle maglie della storia...Viola 19°

Il pezzo a firma Simona Marchetti
04.10.2007 15:31 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Gazzetta.it

Vi ricordate le vecchie magliette di una volta? Quelle senza scritte, marchi degli sponsor o roba simile? Quelle che avevano giusto lo stemma della squadra e nulla più? Oggi, nell’era del calcio globale, quelle divise che hanno fatto la storia del calcio e di molti calciatori vengono considerate alla stregua di reperti archeologici. Eppure, chissà perché, sono proprio quei simboli anacronistici di un passato mai in realtà dimenticato ad essere riesumati dai tifosi quando devono indossare i colori della squadra del cuore. I colori veri, non quelli annacquati dalla pubblicità o reinventati dallo stilista di grido, la cui "idea meravigliosa" fa quasi sempre a pugni con la tradizione. E' stato il "Times" ad andare alla ricerca delle nostre origini calcistiche perdute, stilando la classifica delle 50 più belle magliette delle squadre di calcio di tutti i tempi.

LE PRIME 10 - 1) Brasile 1970: un’insolita e a prima vista stridente combinazione di giallo, verde, blu e bianco. Una vera e propria sfida per i primi televisori a colori durante i Mondiali del Messico, ma non c’è mai più stata squadra che sembrasse migliore di quella, anche nel look.
2) Real Madrid degli anni Sessanta: un’icona senza loghi o scritte a rovinarne la perfezione, indossata da campioni del calibro di Di Stefano e imitata da tutti i club negli anni a venire, vedi i Los Angeles Galaxy.
3) Italia 1970: pur con qualche leggera variazione sul tema, quella Azzurra è sempre stata la miglior divisa delle nazionali europee.
4) Olanda 1974-1978: la squadra perse due finali mondiali, ma l’ "orange" è diventato un colore vincente.
5) Liverpool degli anni Sessanta: fu Bill Shankly a decidere di aggiungere calzoncini e calzini rossi alla mitica maglia per far sembrare i giocatori più imponenti.

Risultato: tutti sembravano più alti.
6) Ajax: unica, semplice, storica. Non potreste chiedere di più a una maglia.
7) Newcastle 1969: la Fairs Cup è stato l’ultimo successo del club. Per ricominciare a vincere, forse si dovrebbe tornare alla vecchia divisa.
8) Celtic 1967: una maglia senza numeri, perché tutti conoscevano i giocatori senza bisogno di riferimento cifrato.
9) Wolves: magliette d’oro e pantaloncini neri, quando si dice orgoglio e tradizione.
10) Inghilterra del 1966: un sacco di squadre hanno indossato la divisa rossa e bianca, ma solo una ha vinto il Mondiale.

MADE IN ENGLAND - Salendo poi le altre posizioni della classifica, è un vero e proprio plebiscito per le squadre inglesi, secondo il più classico dei campanilismi, ma anche le formazioni italiane si difendono tutto sommato bene e se il primo club tricolore a finire nell’elenco è la Grande Inter al numero 14 ("hanno inventato il catenaccio, ma sulla divisa niente da dire"), la Fiorentina è inaspettatamente al 19° posto grazie al colore viola, "normalmente riservato alla terza maglia in Inghilterra, ma ostentato con orgoglio da Batistuta". Fuori dalle prime 30, invece, la Juventus che è trentunesima, mentre dieci posti più su troviamo la Sampdoria ("dicono che la banda sul petto risulti sgradevole a vedersi perché ricorda il seno delle donne. Ma provate a dirlo a Vialli o Gullit…"), mentre un gradino prima della fine, alla posizione 49, il giornalista del "Times" colloca il Palermo, la cui maglia rosa va bene per gente dai nervi saldi, perché, come si spiega nel commento, "se avete intenzione di vestirvi di rosa in Sicilia dovete essere davvero pronti a giocare duro".