MAZZARRI, UN "ANTIPATICO" DI SUCCESSO
"Molti nemici, molto onore". Lo affermava Giulio Cesare cui fece eco Oscar Wilde col suo... "Parlatene male, ma parlatene". E di Walter Mazzarri si parla, si parla parecchio, ad ogni latitudine, nelle forme più disparate e variegate. L'ultima è di qualche ora fa, con l'amministratore delegato viola Sandro Mencucci che alla domanda su chi fosse più simpatico tra De Lurentiis e Mazzarri ha risposto... "De Laurentiis è simpatico, Mazzarri...un pochino meno". Di contro Delio Rossi lo difende (dopo averne tessuto le lodi come tecnico), e sarebbe addirittura disposto a prenderci un caffè insieme, sostenendo che in campo tutti gli allenatori sono un pò antipatici. Fuori invece...le matte risate. Insomma, come vedete, di Mazzarri si parla sempre. Va detto che lui non si adopera più di tanto per invertire il trend, ma siamo altresì convinti che non se ne faccia un cruccio. Appunto, come diceva Giulio Cesare... "Molti nemici, molto onore".
Walter Mazzarri non era simpatico nemmeno da giovane, o almeno non appariva tale, e ricordo personalmente quando nella "primavera" della Fiorentina faceva di tutto per somigliare a Giancarlo Antognoni. Stessa corsa, stessa andatura, stessa capigliatura, rigorosamente lo stesso numero 10. Walter Mazzarri non ha mai giocato in serie A con la Fiorentina, proprio perchè in quel ruolo c'era Giancarlo Antognoni. Doveva essere il nuovo Antognoni, gli chiedevano di essere il nuovo Antognoni, ma... di Antognoni ce n'è stato sempre e solo uno. Si era all'inizio degli anni '80 (Mazzarri è del '61) ed il "capitano" viola viveva il miglior momento della sua carriera: di lì a poco sarebbe diventato campione del mondo, come poteva un imberbe ragazzino che veniva da San Vincenzo prendergli il posto? Walter era bravo, durante gli allenamenti era sempre tra i migliori, si vedeva che aveva stoffa, ma come si fa...come si fa quando hai di fronte Giancarlo Antognoni? Walter allora se ne andò mestamente, anche se gli è rimasto dentro quel risentimento tipico di chi ha fallito, di chi non si è sentito apprezzato, ancor meno amato, bruciato dentro dall'orgoglio che hanno quelli della sua terra. Walter Mazzarri è un livornese e come tale è "cattivo", spigoloso, Walter Mazzarri non ha dimenticato lo sgarbo che la Fiorentina gli ha fatto. Da calciatore poi, ha pagato il carattere non facile: Pescara, Cagliari (4 presenze in serie A), Modena, poi l'Empoli di Gaetano Salvemini. La Fiorentina l'ha incrociata solo una volta, per sei miseri minuti, il 30 novembre 1986: finì 1-0 per gli azzurri con gol dello svedese Ekstroem, una via di mezzo tra Sandy Marton ed il cantante degli Europe. Nell'88 la discesa in C1 a Licata, fino alla Torres (1995) e le fatidiche "scarpette al chiodo".
Meglio, molto meglio da allenatore, dove per assurdo quel carattere tignoso gli ha fatto gioco. Bene come secondo di Ulivieri a Bologna e Napoli, così così ad Acireale e Pistoia, ancora bene a Livorno dove conquista una storica serie A. Benissimo a Reggio Calabria con la sublimazione del terzo anno (il 2007) e quella salvezza ottenuta recuperando 15 punti (poi ridotti ad 11), "regalino" di calciopoli. Poi il biennio di Genova, sponda Samp, con un primo anno positivo ed un secondo altalenante impreziosito dalla finale di coppa Italia, persa (guarda caso) con la Lazio allenata da Delio Rossi. Quindi l'approdo a Napoli, il binomio don De Laurentiis, la Champions League... storia di oggi, storia di tutti. Da questo curriculum si evince come Walter Mazzarri sia un vincente, uno "bravo", uno tatticamente preparato che pratica un modulo coraggioso...il 3-5-2. Come quello di Delio Rossi. Sempre però accompagnato da quest'alone di antipatia, di malcelata arroganza: Mazzarri "piange" (a Firenze lo chiamano "iffrigna"), Mazzarri si lamenta degli arbitri, Mazzarri ti guarda dall'alto in basso, Mazzarri pensa di allenare il Napoli come fosse il Barcellona, il Real Madrid... pretende che tutto gli sia dovuto. Però Mazzarri vince, ottiene risultati, diverte il pubblico, unisce e divide grazie al suo "caratteraccio". Per questo abbiamo titolato.... "Mazzarri, un antipatico di successo", sempre meglio di "simpatico e perdente...", che dite?