NAZIONE, L'opinione: "Il bivio: Cabral o non Cabral?"
Il collega Stefano Cecchi si sofferma su La Nazione sul futuro alla Fiorentina di Arthur Cabral. Questi alcuni estratti di ciò che ha scritto: "Cabral o non Cabral? [...] i tifosi viola da qualche settimana si interrogano sul loro centravanti: è lui l’uomo adatto sul quale costruire là davanti la squadra del prossimo anno o per restare in alto serve un altro bomber? Voci raccontano che lo stesso Vincenzo Italiano sia roso dal tarlo del dubbio e la sua esclusione nell’ultima gara con la Juventus questo certificherebbe. Qualcosa che comunque dispiace. Perché Arthur Mendoca Cabral, [...] all’arrivo a Firenze ha rappresentato l’uomo del riscatto. [...] Quella su Cabral non era comunque una speranza illogica, visto che in Svizzera tutti lo chiamavano 'King Arthur', a dire che l’area avversaria era il regno sportivo dove lui comandava e dettava le regole. Un brasiliano comunque atipico. [...] Il problema è che di tutto ciò nel suo percorso italiano s’è visto ben poco, consegnandoci alla fine un solo colpo assoluto da campione, ovvero quel gol a Napoli [...].
Lasciandoci però anche in quel caso con dentro un dubbio amletico: quel lampo era l’annuncio di un temporale benefico di gol o l’atto unico [...]? Il dubbio, ahimè, non è ancora sciolto e il rischio della delusione è alto. [...] con i suoi 24 anni acerbi, Cabral è ancora un centravanti in itinere. Uno che ha bisogno di crescere, di diventare padrone del ruolo, e Moena è lì pronta a fare da liceo didattico a un atleta arrivato da un mondo calcistico troppo distante per non avere prove d’appello. E poi perché Cabral sembra avere dentro un racconto ancora inesplorato di calcio [...]. E siccome a oggi le alternative al suo nome sono quelle di 20enni che sarebbero lo stesso una scommessa, allora forse l’azzardo vale giocarlo in casa [...]. Insomma: Cabral o non Cabral, forse non è un dilemma, piuttosto un’aspettativa, un’attesa, un auspicio. Con la speranza che alla fine non sia solo una chimera".