VIAGGIO NELL'INTER: UNA SQUADRA PIENA DI RICCHE INCERTEZZE

13.03.2009 00:01 di  Andrea Capretti   vedi letture
VIAGGIO NELL'INTER: UNA SQUADRA PIENA DI RICCHE INCERTEZZE
FirenzeViola.it

Che l’Inter sia una squadra strana, diversa, quasi aliena per certi versi al panorama italiano lo dimostrano tanti elementi. Per questo il prossimo avversario della Fiorentina è da prendere con le molle non solo dato il suo grande valore tecnico e calcistico ma anche per quel vissuto molto particolare che si porta sempre dietro. Domenica sera, 20.30, San Siro ospita Inter-Fiorentina, per mettere davanti due squadre che hanno nel fattore psicologico l’elemento comune delle loro recenti giornate. I viola e quello sfogo di Prandelli che ha dato via al valzer delle dichiarazioni più o meno preoccupate su presente e futuro; l’Inter con quella serata di Manchester che chiude anzitempo l’avventura europea e lascia un segno indelebile. Fino ad ora abbiamo evitato l’espressione ‘Inter di Mourinho’ visto che dal giorno dell’approdo del portoghese troppo spesso le due parole hanno viaggiato a stretto contatto, rischiando di far dimenticare quali e quanti elementi compongano la rosa nerazzurra. E’ altrettanto inevitabile però riconoscere il valore magnetico di un allenatore a cui il campionato italiano sta iniziando a prendere le misure, la stampa un po’ meno, ma il ruolo di capolista con sette punti sulla seconda lo rendono ancora in diritto di scommettere forte sul futuro. E’ l’Inter da campionato quella che comunque alla fine ha mostrato le cose migliori, quella che non ha sbagliato quasi niente (due sole sconfitte con Milan ed Atalanta) e che affronterà la Fiorentina. Il club di Moratti viene dagli scudetti e dalle Coppe Italia targate Roberto Mancini, fatta eccezione per la Supercoppa di inizio stagione anche l’undici attuale come uomini e come stile di gioco ricalca quello dell’ex tecnico. Una trasformazione resa necessaria dal dover vincere subito, con Mourinho impossibilitato a spendere ulteriore tempo nell’introduzione delle sue filosofie di gioco. Le novità si sono arenata a livello psicologico, di gestione dello spogliatoio e di tutto il ‘caotico’ ambiente Inter. Presidente sempre in prima pagina, Adriano in discoteca, Balotelli indisciplinato. Andiamo con ordine:
MODULO: La pelle tattica dell’Inter è molto mutevole, e proprio nelle ultime uscite sta ulteriormente trasformandosi. In estate tutto iniziò con il 4-3-3 importato dall’esperienza con il Chelsea. Tre uomini di qualità e quantità a centrocampo, due ali da dribbling e cross a ripetizione per affiancare il Drogba bianco: Ibrahimovic. Un adattamento fallito per il flop di Mancini e Quaresma sugli esterni, perché Muntari non è Lampard e perché troppo spesso la squadra si spezzava per lasciare solitario in avanti il tridente a caccia del gol. Si arriva così al rombo in stile Fiorentina: l’Adriano perdonato è la seconda punta, il trequartista il solito rebus risolto in maniera molto simile al Santana di Prandelli. Troppo offensivi o poco incisivi Figo e Jimenez, spazio a Stankovic o all’infelice occorrenza a Muntari. Nell’ultimo mese il passaggio al 4-3-2-1, Ibrahimovic è sempre il terminale avanzato, Stankovic e Balotelli gli elementi migliori per dargli subito supporto senza disdegnare la copertura.
DIFESA: La migliore del campionato. Lo dicono i numeri, lo conferma l’avere tra i pali l’unico portiere al momento in grado di insidiare Buffon sul trono del mondo: Julio Cesar. Davanti al brasiliano in straordinaria forma cambiano i centrali, raramente i terzini.

A destra non si prescinde da Maicon, a sinistra l’era delle barzellette sul dopo Roberto Carlos pare aver trovato una risposta in un ragazzino di 18 anni che l’Inter si è fatta in casa: Davide Santon. Con buona pace di Maxwell e del suo dribbling stretto. In mezzo Mourinho non ha guardato in faccia a nessuno dei veterani e se gli infortuni lo permettessero Chivu e Samuel sarebbe la sua coppia titolare. Non sempre favorevole a schierare due mancini però, il portoghese ha fatto ricorso a Materazzi e Burdisso (meno il primo, più il secondo entrambi assenti per infortunio domenica) mentre con Cordoba il rapporto si è incrinato dopo la sconfitta di Bergamo. Bocciato anche Rivas a seguito della figuraccia in Coppa Italia con la Samp.
CENTROCAMPO: Di base la linea a tre non prescinde mai da Zanetti sul centrodestra e Cambiasso come riferimento centrale. Inesauribile il primo, imprescindibile il secondo tanto in fase difensiva quanto in attacco. Le variabili si chiamano Muntari, Viera (ma solo nell’ultimo periodo visti i consueti problemi fisici) e Stankovic. Il ghanese attraversa un periodo pessimo di forma mentre il serbo è in ottime condizioni ma ultimamente sempre più impegnato sulla linea di trequarti. Senza impegni infrasettimanali diminuirà ancora l’utilizzo avanzato di Maxwell, così come Figo rimane la carta da giocarsi partita in corso. Mancini balla tra i due reparti, ipoteticamente, in pratica non va oltre mezz’ora di gara e accresce l’amarezza dei soldi già volati altrove sotto il nome di Quaresma.
ATTACCO: Sempre e solo Zlatan Ibrahimovic. In qualunque condizione, in qualunque modulo lo svedese disputa i 90’ al centro dell’attacco. I 15 gol in campionato gli danno ragione. Al suo fianco si sono alternati in molti, ma pensando alla Fiorentina di domenica Adriano e Balotelli rimangono in cima alla lista. Il brasiliano rende più pesante l’attacco e si sta integrando bene con Ibrahimovic, il nazionale U21 sfrutta l’attuale grande condizione, con cui assolvere ai compiti di copertura che il tecnico gli richiede. Un trio temibile anche sui calci piazzati tra soluzioni di giro e di potenza. Scelte piuttosto chiare al momento con buona pace di Cruz e Crespo. Gli arieti argentini accettano con professionale silenzio la loro emarginazione. Adattandosi a trequartista può ancora rientrare nel giro il primo; malgrado la continua prontezza ed il recente provvidenziale gol alla Roma, a Crespo (escluso pure dalla lista Champions) non rimane che aspettare un gol degli avversari; perché solo con l’Inter in svantaggio Mourinho lo manda in campo.