IL BRUTTO FINALE DI UNA PESSIMA STAGIONE
Le contingenze non erano favorevoli, e d’altronde se nemmeno nelle grafiche televisive apre la foto di Maxi Olivera un motivo deve pur esserci. Iachini, che già doveva fare a meno di Milenkovic e Pezzella, si è così ritrovato a dover sostituire pure l’acciaccato Igor con il sudamericano nell’inedito ruolo di centrale difensivo, ed era lecito attendersi più di una difficoltà dal trio Quarta-Olivera-Caceres. Molto meno lecito, semmai, era attendersi l’ennesima frazione di gioco di questa pessima stagione gentilmente concessa agli avversari. Quasi che alla Fiorentina, dopo i fiumi di parole (e recriminazioni) spese in settimana, non interessasse troppo fare risultato.
Tanto che come già capitato spessissimo all’intervallo era già chiaro come e quanto Terracciano stesse sovrastando i compagni in termini di prestazione. La Fiorentina di Crotone, l’ultima dell’anno, si salva da un’altra sconfitta grazie al suo portiere, e lascia dietro di sè un’ultima immagine deludente drammaticamente simile a quelle messe in galleria dal settembre scorso. Anche nel secondo tempo, con Borja Valero ed Eysseric prima e con Callejon poi, il copione è rimasto sempre lo stesso, con il personale duello tra Messias e Terracciano nel quale la traversa è tornata parecchio utile al viola.
Archiviati i saluti e i proclami dedicati a Iachini, che però restano orfani di quelli dovuti a Prandelli, superate le difese strenue di un gruppo che non ha mai trovato due vittorie consecutive nell’arco di 38 partite (non esattamente un dettaglio in fase di bilancio) adesso per fortuna è tempo di valutazioni, riflessioni, analisi e soprattutto scelte. Dal tecnico al mercato la dirigenza viola è chiamata a dar vita a un nuovo gruppo, a ricostruire un’idea di calcio che dopo due stagioni ancora non si scorge.
Sarà perciò nel dialogo con il nuovo allenatore (che sia la prima scelta Gattuso, l’alternativa Fonseca o un altro profilo fin qui sconosciuto) che la Fiorentina dovrà individuare le strategie da portare avanti, tenendo bene di conto quante e quali siano pecche e difetti di una squadra quasi sempre statica e il più delle volte fondamentalmente incapace di organizzare una manovra offensiva o imporre una minima forma di gioco. Non resta che sperare che il campionato appena concluso rappresenti una serie di indizi da non ignorare, per tutti, soprattutto quando si dovrà decidere come e quanto intervenire su una rosa che non è andata oltre i 40 punti in classifica.