FIORENTINA, I segreti di una difesa di ferro

01.10.2009 00:00 di  Matteo Magrini   vedi letture
FIORENTINA, I segreti di una difesa di ferro
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© foto di Federico De Luca
"La difesa della Fiorentina? E' da 6-". Parole di Pantaleo Corvino in quel di Cortina. E' da poco partito Felipe Melo, e Firenze si interroga su come i 25 milioni di euro saranno investiti. Su un grande difensore centrale, è la risposta che arriva dai corridoi del calciomercato. Mexes, Lucio, Juan e Miranda. Il PandaLeo ci prova, ma al 31 di agosto il centro della retroguardia viola si aggiorna con il solo Natali. Piovono critiche, e nello spogliatoio si alza il grido d'orgoglio: "Smentiamo tutti!". Detto, fatto. 
 
 
 
PARLANO I NUMERI -  In questo inizio di stagione, in dieci gare ufficiali, la Fiorentina ha subito goal in sole cinque occasioni: nelle due partite del preliminare, all'esordio col Bologna, nel debutto Champions a Lione e nella disfatta di Roma, per un totale di sette goal incassati. Certo Frey ci mette del suo, ma a cosa servono sennò i grandi giocatori? Buffon non ha forse regalato all'Italia un Mondiale con le sue parate? Spaventoso poi il ruolino di marcia difensivo tra le mura del Franchi. Un goal incassato, con lo Sporting Lisbona, e stop. Porta inviolata nelle successive quattro esibizioni, tre di campionato ed una di Champions League. Ma da dove nasce questo strepitoso rendimento? 
 
 
 
GAMBERINI, DAINELLI E FREY - Prima di tutto va sottolineato il rendimento di questi tre giocatori. Tre che rappresentano la vecchia guardia viola. Se del numero francese è ormai lecito aspettarsi ogni tipo di miracolo, diverso è il discorso per gli altri due, Dainelli in primis. Il capitano mai si è espresso sui livelli di questa primissima parte di 2009/2010. Quello che più stupisce è la continuità. Spesso accusato per i frequenti cali di tensione, il numero 3 gigliato fino ad oggi è stato perfetto. Roma la lasciamo a parte. C'è poi il "Gambero". Ha vissuto un'annata difficile. Un infortunio alla spalla che lo ha condizionato per tutto il 2008/2009, nel corso del quale mai ha raggiunto i picchi della stagione precedente. Ora è un muro. Con il Liverpool l'esame di maturità. Arriva Torres, ed il "5" lo affronta di petto, senza il minimo timore reverenziale. Gamberini non stecca una partita, non sbaglia un intervento. Non chiamarlo in nazionale, al momento, suona come un'ingiustizia.
 
 
 
I DUE MEDIANI - Enorme, gigantesco, il contributo che offrono a turno Montolivo, Zanetti e Donadel. Il loro è ruolo decisivo. Messi lì, a protezione della linea difensiva, hanno il compito di filtrare i passaggi, evitando che le punte avversarie ricevano palla tra le linee, zona debole per ogni squadra di calcio. Rispetto all'anno scorso, ad esempio, quando in quella zona agiva Felipe Melo, c'è maggiore equilibrio. Il brasiliano aveva si un devastante forza fisica, ma troppo spesso lasciava sguarniti quei metri di campo e, aspetto ancor più grave, perdeva sovente palloni che favorivano le ripartenze avversarie. 
 
 
I TREQUARTISTI ED IL CENTRAVANTI - Parlate con qualsiasi allenatore, e vi dirà che la fase difensiva deve iniziare dagli attaccanti, che senza il loro aiuto una squadra non potrà mai difendere. Prandete la partita di martedì sera col Liverpool e avrete la teoria fatta pratica. Tutti dietro la linea della palla, con Jovetic e Mutu che a turno si schiacciavano sui mediani avversari per impedirgli di iniziare l'azione. E lo stesso fa Gilardino. Grandioso è poi l'apporto di Vargas e Marchionni. Costanti i loro raddoppi in aiuto ai rispettivi terzini, straordinaria la loro capacità di entrare dentro al campo per partecipare al pressing. Questo sacrificio degli uomini offensivi, permette alla linea dei difensori di stare molto "alta", e ciò impedisce alle squadre che affrontano i viola di trovare la profondità. 
 
 
 
Insomma, in poche parole, il segreto della fantastica fase di non possesso messa in mostra dalla Fiorentina in questa prima parte di stagione, sta nell'organizzazione. I viola lavorano da squadra, si muovono insieme, reparto per reparto. E' questo che vuole Prandelli, quando dice che "possiamo superare i nostri limiti, possiamo crescere ancora se lavoriamo come reparti, se siamo squadra". I suoi ragazzi lo stanno seguendo, e la speranza è che continuino.