ANIMA SUDAMERICANA

14.03.2022 00:00 di  Alessandro Di Nardo   vedi letture
ANIMA SUDAMERICANA

Quella contro il Bologna non è di certo stata la miglior versione della Fiorentina; pur invogliata a condurre ancor di più la gara dopo l’espulsione di Bonifazi, la squadra di Italiano ha stentato a far decollare la frequenza di una partita spigolosa e così, a far la differenza stavolta non è stato lo spartito ma gli interpreti, per la precisione tre, tutti provenienti da oltre Oceano.

La prestazione più appariscente l’ha fornita Lucas Torreira, ancora una volta il motore ed il cervello dei viola. La prova dell’uruguayano è stata totale, sia per quantità (il numero diciotto ha percorso 10.558 km, di più ha fatto solo Castrovilli), che per qualità (90% di passaggi riusciti), ma in queste ultime settimane Italiano sta scoprendo un nuovo Torreira, capace di essere anche all’occorrenza uomo della provvidenza in zona-gol. Con quello di oggi l’uruguayano arriva a 3 centri in stagione, solo un anno (l’ultimo alla Sampdoria), era riuscito a segnare più di due reti. Così come era accaduto col Verona, anche oggi il regista classe ’96 è stato il più pericoloso negli inserimenti offensivi, protagonista oltre che della zampata da tre punti anche di un gran tiro finito sul palo su punteggio ancora di 0-0.

Accanto a lui, dalla metà campo in su, i viola si sono accesi ad intermittenza: l’unica luce costante per la manovra offensiva è stata, insieme a Torreira, Nicolas Gonzalez. Tornato titolare dopo tre settimane, l’argentino ha dato all’attacco di Italiano quell’elettricità che era mancata nelle ultime uscite. Nico ha fornito alla squadra il “solito” contributo che è stato forse messo in risalto dalla sua recente assenza. Anche oggi l’esterno mancino ha fatto e disfatto, mostrando ancora poca lucidità al momento delle scelte decisive ma una costanza nell’ingaggiare duelli fisici ed atletici con gli avversari che ha messo in crisi il Bologna. I dati del classe ’98 parlano di una grande partecipazione al gioco (con 59 palloni giocati è il terzo più coinvolto dopo Torreira e Biraghi), 2 dribbling riusciti e 12 contrasti vinti, a cui va aggiunta la consueta dotazione di falli conquistati (6).

Se davanti la Fiorentina ha faticato a rendersi pericolosa, la risposta fornita dalla retroguardia è incoraggiante ed il merito è soprattutto di Igor: il centrale brasiliano ha saputo sfruttare le difficoltà di Quarta e nelle ultime settimane si è conquistato una maglia da titolare legittimata ancor di più da quanto visto oggi. L’ex SPAL ha svolto un ostico compito, quello di marcare Arnautovic, con tranquillità a tratti irrisoria, risultando insuperabile nei corpo a corpo e fondamentale in diverse letture in anticipo su azioni in ripartenza degli emiliani, portando a casa 9 recuperi di palla (il migliore in questo dato) in una prova impreziosita anche da un’alta precisione nei passaggi (90%).

Insomma, in una gara di lotta più che di governo, a rompere l’equilibrio sono state le prestazioni dei tre sudamericani viola, capaci di esaltarsi in un contesto di duello fisico costante. Se Italiano non può essere contento per la performance collettiva, il tecnico può sorridere per aver trovato nei tre calciatori sudamericani delle garanzie in una Fiorentina dal sangue sempre più latino-americano.