Paratici: "Condannato non per valutazioni distorte ma per un principio contabile"

Paratici: "Condannato non per valutazioni distorte ma per un principio contabile"FirenzeViola.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 18:25News
di Redazione FV

L'ex ds della Juventus e del Tottenham, Fabio Paratici, a SkySport ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato delle vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto da dirigente bianconero relativo alle plusvalenze:  "Mi sentivo quasi la vergogna di dover dire che non avevo fatto niente di male. Vicenda lunga che si è divisa in diverse fasi. Dobbiamo dividere la fase personale da quella di dirigente. La fase personale soprattutto all'inizio ti senti spaesato, non sai cosa sta succedendo, non ne sei abituato. Devi confrontarti con argomenti che non hai mai affrontato, situazioni che non ti aspetteresti di dovere affrontare. Quindi devi migliorare e alla fine di questa vicenda ti senti migliorato come persona".

Cosa dice sulla condanna: "Nessuno ha mai spiegato che la Juventus, io e le persone coinvolte siamo stati condannati non per la valutazione artificiale o distorta dei calciatori ma per un principio contabile che non è mai stato utilizzato prima e non è stato utilizzato nemmeno dopo".

Secondo l'accusa veniva colmato un bisogno del bilancio con le plusvalenze dei giocatori "Questo non è assolutamente corretto. Se n'è parlato molto perché è la cosa più popolare. Ci sono decine di criteri per cui le valutazioni dei giocatori cambiano, altrimenti non staremmo a parlare di occasioni di mercato".

Esistono dei range di mercato? "Certo, un range logico ci dev'essere per gli operatori di mercato. Ma alla fine si entra in una soggettività assoluta".

Cosa pensa dei commenti sul suo conto: "All'inizio sono stato non deluso ma sorpreso del fatto che le persone che facevano il mio stesso lavoro spesso commentassero senza praticamente sapere nulla delle reali vicende. Questi commenti gratuiti sono stati molto sgradevoli dal mio punto di vista, io non mi sarei mai permesso di farli. Vado avanti per la mia strada, la gente che lavora con me sa che sono una persona molto diretta, professionale, passionale ma molto leale".

Si è parlato del patteggiamento e della sua formula: "La richiesta di applicazione della pena è stata una scelta responsabile. La vicenda è durata quattro anni e mezzo, la squalifica sportiva era già stata scontata, il procedimento penale era soltanto all'udienza preliminare. Per gli anni a venire non avremmo avuto nessuna certezza, logicamente dopo quattro anni e mezzo di questa vicenda si è deciso in maniera responsabile di fare questa richiesta di applicazione della pena e abbiamo chiuso la vicenda, ecco".