Vanoli guida la ripartenza, un uomo solo al comando senza pensare al mercato. Speriamo lo seguano tutti, squadra e società
Le conosce eccome le strade di Firenze, Paolo Vanoli, fosse solo per averne determinato l’atmosfera. Lui che da una parte e dall’altra ha determinato una doppia sfida con il Parma in due finali di Coppa Italia, segnando con entrambe le maglie, ha visto la città delusa da una sconfitta e in festa per un trofeo che sarebbe stato l’ultimo fino ad oggi. Beffe del destino per un allenatore che raccoglie una sfida non semplice in un ambiente inevitabilmente appesantito dai risultati degli ultimi 3 mesi.
Approccio diretto, anche nei confronti della dirigenza
Nella sua schiettezza, nel suo approccio diretto, Vanoli ha probabilmente già conquistato l’ambiente. Non è tanto il riferimento (ovvio) a una nuova mentalità da costruire, o ai piccoli passi da mettere uno davanti all’altro per uscire dalla situazione attuale, che convince, quanto il far subito intendere che, per esempio, dovranno essere i calciatori ad abituarsi a lui e non il contrario. Un intervento quasi a gamba tesa su un gruppo certamente non entrato in sintonia con il predecessore, ma che adesso deve dimostrare di potersi permettere il peso della maglia della Fiorentina. E lo stesso vien da pensare riguardi la società, almeno a giudicare da com'è stato il tecnico in primis a stoppare Goretti di fronte alla prima domanda sul mercato invernale.
Parole da ex
Sotto questo profilo Vanoli può parlare da ex, perché ha giocato al Franchi e perchè è riuscito pure a vincere in riva all’Arno. Insomma se Pioli si portava dietro aspettative legate a una gestione psicologia tutte praticamente smentite Vanoli incarna quel sergente di ferro che deve rimettere parecchie cose al loro posto. Verrebbe da pensare che l’allenatore sia di nuovo a rischio solitudine com'è spesso è capitato a chi è passato dal Viola Park prima di lui, ma a mali estremi estremi rimedi, e mai come oggi la Fiorentina ha bisogno di una scossa.
Mercato invernale sospeso
A margine della conferenza di ieri resta anche la nuova avventura di Goretti, neo ds che non si è tirato indietro di fronte all’opportunità di ricostruire una Fiorentina che aveva tutt’altre speranze per la stagione in corso. Lo ha fatto rivendicando qualche veduta diversa rispetto alle scelte precedenti, ma con il coraggio di sa di aver di fronte sì una montagna da scalare, ma pure una grande occasione. Il nuovo dirigente viola è chiamato ad aggiustare quel che non funziona in una rosa con molte contraddizioni, forse figlie delle stesse incertezze di Pradè, al termine della passata stagione, riferite da Ferrari in merito alle dimissioni di qualche giorno fa. Di certo l'anticipazione del nuovo ds scoperchia una finestra di affari invernali in cui servirà essere creativi, e meno fiduciosi su un intervento della proprietà come avvenuto in estate. Insomma il mercato per ora può attendere, anche se le evidenze sono sotto gil occhi di tutto. Sotto traccia, e in silenzio, serve lavorare lungo piste che portano a un centrocampista e a un difensore, perchè non solo in panchina la Fiorentina ha assoluto bisogno d’invertire la rotta e tornare a quote di classifica più vivibili
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