MILAN-INTER, Sarà spettacolo al Meazza
I campioni d’Italia contro i campioni del mondo, un derby vissuto sempre sul filo del rasoio, ma per una volta l’atmosfera che si respira ad Appiano Gentile, in casa Inter, è C’è attesa ma non tensione. Sentite Roberto Mancini. «Questa non è una gara normale, è sempre il derby. In tutte le città dove si gioca, non può essere mai normale. Il fatto di aver aumentato il vantaggio in classifica ci dà la possibilità di giocare con più tranquillità, ci può essere un po’ di pressione, ma è tutto abbastanza normale». Sul piano personale, per il tecnico non è neanche una gara particolarmente sentita.
«Non sento rivalità con il Milan - aggiunge Mancini -. La mia rivalità è con il Genoa, avendo giocato per 15 anni nella Sampdoria. Tant’è vero che non sentivo una rivalità particolare neppure nei confronti della Roma quando giocavo nella Lazio. Il Milan ha vinto tanto in questi anni, e questo non mi crea nessun problema».
Dichiarazioni che magari non faranno piacere a qualche tifoso nerazzurro, ma il concetto è chiaro e non fa una piega, soprattutto in un momento in cui ogni parola può essere fraintesa e ingigantita per far polemica. Ma su chi tra le due squadre ha più da perdere il Mancio è chiarò: «Noi siamo in testa, quindi abbiamo da perdere in termini di classifica», sottolinea il mister nerazzurro, che nel contempo assicura: «Sarà una bella sfida».
A renderla ancor più interessante potrebbe essere il modulo tattico. Nelle ultime ore crescono le quotazioni di un tridente super offensivo.
«Potrebbe anche essere una soluzione - ammette Mancini - vista anche la situazione che abbiamo con gli infortunati, ma dipende da come i tre attaccanti possono affrontare la gara, ci vuole equilibrio».
Nella rifinitura di ieri mattina è stato provato Pelè a centrocampo, ma il tecnico nerazzurro, nelle vigilie importanti, spesso si diverte a mischiare le carte sapendo che diversi giornalisti osservano l’allenamento a debita distanza.
I quattro di difesa sono confermati, con Maicon e Maxwell esterni, Cordoba e Samuel centrali. A centrocampo Chivu, Cambiasso e Zanetti hanno il posto assicurato. Se davvero alla fine Mancini dovesse optare per il tridente, Cruz e Ibrahimovic verranno supportati da Suazo, il giocatore che quest’estate fu al centro di un vero e proprio derby di mercato.
Resta in dubbio l’impiego di Jimenez, che si sta allenando bene e che il tecnico tiene in grande considerazione, ma rischiarlo dall’inizio potrebbe essere incauto, considerate le sue condizioni fisiche. Più plausibile che entri a partita in corso. In chiusura, il tecnico dell’Inter si lascia andare a una riflessione: «Non credevo di poter avere 7 punti di vantaggio considerato tutti i problemi che abbiamo avuto. Questo significa che i ragazzi sono stati bravi e che ci hanno messo qualcosa in più per superare le difficoltà». Già, perchè non si può dimenticare che oggi mancherà gente del calibro di Figo, Vieira, Stankovic e Dacourt. Praticamente un intero reparto. Eppure l’Inter non ne ha risentito, merito del tecnico che ha saputo impostare un gioco ormai collaudato dove tutti si muovono a memoria.
Al termine della conferenza stampa, ultima del 2007, c’è stato il brindisi natalizio, con buffet al quale ha preso parte, oltre al dg Paolillo, al dt Branca e a Oriali, anche Massimo Moratti. Il presidente ha brindato con Roberto Mancini, cui è toccato dare il primo taglio a un enorme panettone: evidente, per un allenatore, il significato simbolico del gesto.