FIORENTINA, Quattro gioielli per sognare
Quattro gioielli. Preziosissimi e probabilmente già insostituibili, dopo la quasi vittoria di San Siro. Non ama fare distinzioni, Cesare Prandelli. Nel suo modo di leggere e di interpretare il calcio esiste infatti solo e soltanto il gruppo. I guizzi dei singoli — spiega la filosofia di Prandelli — debbono essere letti esclusivamente come il lavoro positivo che ognuno dei suoi giocatori deve concretizzare e realizzare in vista del prodotto finale. Ovvero il risultato.
Filosofia pura, quella di Prandelli che in ogni caso, in questo primissimo spicchio di stagione, ha scoperto (e magari potrebbe anche confermarlo sottovoce) che nella sua Fiorentina, si contano già quattro gioielli preziosi. Adattissimi per immaginare una nuova stagione da sogno. Frey e Santana, come Kuzmanovic e Mutu: eccoli i quattro moschettieri viola che a Milano hanno spinto la Fiorentina verso una prestazione entusiasmante. Pedine fondamentali, probabilmente, si diceva, già indispensabili. E ognuno con caratteristiche proprie e vincenti.
COMINCIAMO da Frey. La sicurezza e la determinazione sono le sue armi. Avere un Frey in condizione, in pratica, è come avere un altro centravanti. Potentissimo. Il lampo di Milano (con quel volo e quella parata acrobatica) è sinonimo del momento di condizione del numero uno francese.
Stuzzicato dall’avventura in Nazionale e motivatissimo dall’essere uno dei maggiori protagonisti del progetto-Fiorentina. Frey è infatti il più «vecchio» dei quatto gioielli a disposizione di Prandelli e anche questo gli serve per mettersi sulle spalle il ruolo di punto di riferimento di tutto lo spogliatoio.
E che dire di Kuzmanovic? Lui, il serbo, è al contrario di Frey l’ultimo ad essere arrivato nella casa viola. Si è presentato in punta di piedi, ha «studiato» per sei mesi (fu ingaggiato a gennaio) e ora è pronto al grande salto. Contro il Milan è partito dalla panchina, ma quando Prandelli lo ha spedito in campo, Kuz ha saputo dire subito la sua. E’ giovane ma non teme gli avversari di esperienza. Eppoi ha la cattiveria giusta del centrocampista che può mordere, magari colpire duro ma non rischiare di finire sempre e comunque nel mirino dell’arbitro. Il ruolo? A San Siro — parole sue — si è trovato benissimo in posizione «accentrata» («sono nato in mezzo», ha spiegato), ma da mesi sta studiando anche da esterno. Sono insomma la giovane età e la grinta le qualità di Kuzmanovic.
Gioiello numero tre: Adrian Mutu. Mattatore, celebratissimo, del pareggio contro il Milan, l’attaccante romeno è davvero il nuovo leader della Fiorentina. E’ lui il dopo-Toni ed è a lui che Prandelli ricorrerà sempre e comunque per compattare il gruppo, per risolvere una partita, per affrontare situazioni delicate. Poi Mutu ci metterà del suo, con quei piedi da Fenomeno e i mille spunti vincenti degni dei grandi campioni del presente e del passato.
GLI PIACE segnare (e lo ha dimostrato alla grande nella sua prima stagione viola) e alla fine, non avere più Toni al suo fianco, potrebbe anche rivelarsi un’occasione d’oro per contare un maggior numero di spazi-gol. Dialoga bene con Pazzini (fra i suoi compiti c’è anche quello di supportare l’ex dell’Atalanta) e può sorprendere tutti con qualcuno dei suoi colpetti di genio. E’ ormai indispensabile.
Moschettiere viola (pardon, gioiello) numero quattro è da lunedì sera, Mario Santana. Sì, perché al termine di un calvario fatto di infortuni, voci, illazioni, ricadute e tanti dubbi sul suo recupero, il centrocampista argentino è davvero risorto. Sta bene, sia a livello fisico, sia a livello psicologico. La dimostrazione? Il numero di minuti giocati contro Empoli e Milan (tenuta fisica più che sufficiente) e la giocata che ha fruttato il gol di Mutu (tocchetto di palla che ha spizzato nientemeno che il milanista Nesta), sono quindi i segnali di un ritorno che Prandelli e la squadra viola hanno atteso per tempo, troppo tempo.
Santana — volendo rileggere anche le operazioni di mercato appena concluse — può davvero essere l’esterno di centrocampo in più che l’allenatore aveva chiesto a Corvino. Santana non è più un giocatore da «aspettare» ma è un giocatore tornato protagonista e prontissimo a calarsi nel ruolo di... gioiello indispensabile per il progetto Fiorentina.
Magari aiutandosi con un pizzico di scaramanzia, come quella gomma da masticare, sputata via e calciata in aria al momento di scendere in campo. Con quella gomma, Santana allontana forse anche tutte le sue paure.