Fiorentina alla brasiliana

30.01.2007 07:38 di  Marco Conterio   vedi letture
Non sarà facile rivederli insieme, ma lasciatemelo dire: che spettacolo! Un secondo tempo di calcio champagne, fatto di quantità ma soprattutto qualità, con Prandelli che voleva (e doveva) ribaltare il risultato a tutti i costi ed ha scelto la strada del baricentro alto per bucare (due volte, si scoprirà) il fortino labronico. Mutu, Jorgensen, Pazzini e Toni; tutti insieme, tutti d'un fiato, tutto in 45 minuti intensi, dove i quattro avanti viola hanno deliziato anche i palati più sopraffini, con azioni degne di un Grande attacco. La controprova? Provate a guardare l'azione del secondo goal. Esperimento riuscito, dicevamo, ma difficilmente ripetibile. La Fiorentina giocava in casa, contro un Livorno chiuso, ermeticamente, nella propria metà campo, talvolta arrendevole di fronte alle avanzate dei giocatori della Fiorentina che hanno peccato solo al momento della conclusione. Dopo un primo tempo immeritatamente chiuso in svantaggio, Prandelli ha nuovamente tirato fuori Liverani (seconda volta consecutiva, sempre per scelta tattica, ma questo è un altro discorso), inserendo al suo posto Pazzini. "Alla follia!" ha gridato qualcuno, mentre altri hanno sperato di unire l'utile al dilettevole, vedendo una Grande Fiorentina ribaltare il risultato. Meritatamente. Così è stato, poi; Mutu e Jorgensen con le loro conversioni al centro hanno fatto passare 45 minuti da incubo alla retroguardia ed alla linea mediana livornese, Pazzini, in un ruolo non propriamente suo, ha fatto spesso da sponda, ha creato spazi, mettendo in seria difficoltà gli equilibri degli avversari. Toni poi, ha fatto il resto: ha tenuto sempre più alta la squadra, si è liberato in zona goal, ha permesso gli inserimenti dei compagni ed ha propiziato con una sponda d'autore il raddoppio decisivo di Jorgensen. Facendo un'equazione che ha del surreale, potremmo paragonare la Fiorentina del secondo tempo di ieri, al Brasile: Mutu come Ronaldinho, Jorgensen come Kaka, Pazzini come Robinho e Toni come Adriano. Stonano un po' gli accostamenti, chi più chi meno, però Prandelli ha scelto proprio la carta del "tutti avanti" per sconfiggere gli avversari, proprio come i carioca fanno come i loro. Follia? Intuito? Follia ragionata? Commenti se ne possono fare, a bizzeffe. Ma poi si torna sempre al solito discorso, alla fatidica frase "è il campo il vero giudice". E Prandelli non avrebbe neanche bisogno di un avvocato, dopo la fantastica prestazione dei suoi uomini nel secondo tempo di domenica.