"VIOLA DA CHAMPIONS", Firenze sogna e dopo 38 giornate diventa realtà (1° parte)
Qualcuno disse, anzi cantò…”I sogni son desideri, di felicità. Tu sogna e spera fermamente, ed il sogno realtà diverrà”. Sembra pensata, composta, cucita su misura per la Fiorentina ed il suo popolo che soprattutto su una frase si rispecchia fedelmente…”Tu sogna e spera fermamente…”. Ormai non si contano più le occasioni nelle quali speranze e delusioni si sono succedute a ritmo frenetico, mischiate a sogni spesso irrealizzabili, e il duro risveglio con la realtà che soprattutto negli ultimi anni si era tradotta in termini crudi, amari come fallimento, calciopoli, penalizzazione… L’eterna capacità di sognare e sperare, ecco la chiave. La gente di Firenze non ha mai smesso di aggrapparsi a queste due ragioni di vita, con le unghie e con i denti, ed il risultato è sotto gli occhi di tutti. Ancora una volta 30.000 persone abbracciate sotto un’unica bandiera, ancora una volta una partita virtuale da guardare senza perderne neanche un secondo, ed ancora una volta la gioia mista a lacrime che, tutti sono pronti a giurarlo, non è che l’inizio.
Cominciamo, allora, questa cavalcata di ricordi per un sogno lungo 38 giornate, prendendo a prestito un incipit biblico; in principio furono Pazzini, Mutu e Montolivo. Stiamo parlando della prima giornata quando l’Empoli non tardò ad accorgersi che la Fiorentina, per una volta scevra da penalizzazioni, quest’anno avrebbe fatto sul serio. Il “Pazzo” finalmente fece un gol “sporco” (purtroppo non ne farà molti altri), Mutu si dimostrò il solito fuoriclasse, e “Montolo” cantò l’Overture con un gol di rara bellezza. Era una Fiorentina in salute quella di inizio campionato. Il dramma di Prandelli era solo una pallida ipotesi, la condizione psico- fisica di tutta la squadra era ottimale, e fecero da cornice la bella prestazione di San Siro contro il Milan (1-1, con l’assist – magia di Santana per il pareggio di Mutu), le vittorie in trasferta di Catania e Livorno, i pareggi casalinghi (e comunque ben giocati) con Roma e Juventus, le vittorie con Siena, Napoli e Lazio, inframezzate dalle ciliegine portate dalla Coppa Uefa. Già, la competizione europea. Esaltata, fortemente voluta ma allo stesso tempo guardata con diffidenza e da qualcuno detestata. Pareri a confronto: " Porta prestigio e visibilità, è un esperienza fondamentale per i giovani viola, sarà bello alzare la coppa il 14 maggio a Manchester". Di contro... "Ruba energie al campionato, non porta benefici economici alla società, sottopone la squadra a veri e propri tour de force che pagheremo con la mancata qualificazione in Champions League". E qui torniamo ai sogni che son desideri…Alzi la mano chi non sognava che la Cenerentola Fiorentina buttasse giù dal palcoscenico europeo più prestigioso la regina mondiale Milan (a proposito, “I sogni son desideri” è la canzone del film “Cenerentola” della Disney…). Alzi la mano chi non sognava di vivere una serata magica come quella di domenica scorsa sulla scia di quella vissuta 12 anni fa (proprio il 18 maggio) dopo la conquista della quinta coppa Italia. Qualificazione in Champions League come priorità assoluta quindi, poi si sa, l’appetito vien mangiando e la serata del primo maggio, la sconfitta ai rigori contro i Rangers saranno cocenti delusioni. Ma l’obiettivo di partenza è stato centrato e questo basta.
Il 20 settembre 2007 parte l’avventura europea, dunque, ed il preliminare ci vede vincenti contro gli olandesi del Groningen (chi di rigore ferisce…chiedere per questo informazioni all’Everton…) e successivamente sprazzi di gloria europea contro il Villareal (1-1 in Spagna) e contro l’Elsfborg (6-1 con un doppio Jorgensen, Kroldrup, Donadel, Vieri e addirittura il giovane Di Carmine). Due parole, veloci, su Vieri; recentemente ha dichiarato che l’esperienza di Firenze è stata meravigliosa e che in Toscana è tornato giocatore. Siamo felici delle parole di Bobone perché il piacere di essersi incontrati è reciproco, e nelle fortune viola di questa stagione il suo apporto è stato tutt’altro che trascurabile. L’11 novembre finisce l’incantesimo. E’ la domenica dell’omicidio Sandri, la Fiorentina perde 2-1 al Franchi contro l’Udinese in una partita surreale, ed inizia il periodo di passione per Cesare Prandelli. Il 26 novembre se ne va Manuela e la squadra si ripiega su se stessa quasi somatizzando il dolore del suo mister. Si susseguono le sconfitte: Palermo, Inter, un pareggio incolore con la Reggina (quel giorno, 24 ore prima della tragedia, in panchina c’era Gabriele Pin…), fino alla ripresa di Genova (2-2 con la Samp). Poi le vittorie con Cagliari, Parma e Torino, oltre che quella europea contro il Mladà Boleslav, e viola che finalmente riprende a fiorire.
Ah, dimenticavamo, nel mezzo c’è anche una qualificazione agli ottavi di Coppa Italia, ottenuta con le seconde linee. Tutto fa, anche se in questo caso non durerà molto. Appuntamento alla seconda metà della stagione (abbiate pazienza, basta aspettare domani…) e vediamo come la “Cenerentola” troverà la scarpina che realizzerà il sogno… che è anche desiderio.