UNA VITTORIA DA GRANDE SQUADRA. Una Fiorentina non brillante riesce finalmente a "capitalizzare" al massimo.
E' stata una Fiorentina diversa dal solito quella vista ieri al Franchi contro il Napoli. Diversa da quella di Villareal, dove ha dominato per 80 minuti. Diversa da quella di San Siro o da quella che ha impattato in maniera sfortunata in casa con l'Atalanta. Una Fiorentina che ci riporta a quella del "primo Prandelli": e ci torna alla memoria un Fiorentina-Cagliari dove furono i Sardi a dominare per tutto l'incontro e dove, dopo aver raggiunto a fatica il pareggio, Martin Jorgensen andò prima a salvare il risultato e poi a siglare il goal della vittoria. Ma una Fiorentina, volendo andare ancora più lontano, che ci ricorda quella del primo anno del Trap; o, andando ancora più indietro nel tempo, quella del "primo De Sisti"; una Fiorentina, insomma, che ci fa ben sperare, perché gli esempi appena riportati riguardano annate dove la squadra Viola arrivò molto in alto. La Fiorentina è apparsa un po' stanca e anche un po' a corto di idee, diciamoci la verità; ma proprio per questo, il risultato di ieri è, oltre che prezioso, assai benaugurante. Il calcio, per fortuna non è il pugilato, dove si può vincere anche ai punti; e dico "per fortuna", perché ai punti ieri la Fiorentina avrebbe forse addirittura perso. Ma se proprio vogliamo fare un paragone con la nobile arte del cazzotto, la Fiorentina di ieri è apparsa come un pugile un po' sulle gambe ma consapevole della propria forza e mai impaurito, che, dopo aver incassato per gran parte dell'incontro, ha sferrato un colpo micidiale e poi ha saputo chiudersi all'angolo senza crollare. Qualche preoccupazione è giusto averla perché appare chiaro come fuoriclasse come Montolivo e Mutu non abbiano adeguati ricambi; ma allo stesso tempo è stata forte l'impressione che Prandelli ed i suoi ragazzi non abbiano alcuna intenzione di farsi tirare giù dalla posizione di alta quota così meritatamente raggiunta.
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