UN NAPOLI A RITMO DI TANGO
Sono lontani i tempi di Diego Armando Maradona, Careca e Alemao. Vent’anni sono passati dall’era del terzetto sudamericano che ha fatto impazzire Napoli e l’Italia intera. Ora i partenopei ci riprovano: Gargano, Lavezzi, Denis. Un trio a ritmo di tango, un uruguaiano e due argentini, un operaio, un artista ed un killer. C’è chi spezza il gioco, chi lo crea e chi lo finalizza, insomma, in questo Napoli. Josè Alberti, colui che all’epoca fu uno degli uomini decisivi per portare Diego Armando Maradona in Italia, e che per primo ha consigliato Kakà proprio al club partenopeo, racconta in esclusiva a Firenzeviola.it pregi e difetti dei tre sudamericani dipinti di azzurro, aggiungendo un interessante capitolo sul portiere Navarro e gli immancabili consigli per gli acquisti dalla terra delle Pampas.
Al suo arrivo in Italia, c’è chi ha paragonato German Denis a Gabriel Omar Batistuta.
“Eresia. Non ha niente a che vedere con Batistuta, è un attaccante completamente diverso. E’ un buon giocatore, e mi risulta difficile paragonarlo a qualcuno, anche perché sinora ha avuto poche possibilità di esprimersi in un campionato difficile come quello italiano”.
Certo è che quello che gli spetterà a Napoli non è un compito propriamente semplice..
“Esatto. A Napoli ci sono stati grandi centravanti nei decenni scorsi, come Careca, Clerici, Savoldi ed Altafini. E’ un compito gravoso, perché i grandi bomber lasciano sempre ricordi indelebili nelle menti dei tifosi napoletani. In ogni caso, considero Denis un buon giocatore, ma non credo riuscità a segnare 20-25 reti in campionato”.
Capitolo portiere: tra i pali Navarro cresce sempre all’ombra di Iezzo..
“Guardi, negli ultimi 50 anni dal Sudamerica sono usciti solo due grandi portieri: Gilmar in Brasile e Filliol in Argentina. Gli altri li considero buoni o discreti estremi difensori, ma poco più. Abbondanzieri, per esempio, portiere titolare dell’Albiceleste, ha fatto bene nel Boca Juniors, aiutato anche da una difesa quadrata, poi in Spagna per lui è stata una debacle la scorsa stagione”.
Nessuna speranza, dunque, per gli argentini, Navarro compreso?
“Credo che Carrizo, ora alla Lazio, abbia grandi prospettive per il futuro. Se resta su questi standard, diventerà molto probabilmente uno dei portieri migliori d’Europa di qui a breve. Navarro è ancora giovane, difficile da valutare, poi fare quel ruolo nel Napoli non è affatto facile…”
Due che invece la scorsa stagione si sono espressi ai massimi livelli sono Gargano e Lavezzi.
“Hanno fatto un campionato eccezionale, sorprendendo tutti in patria, addetti ai lavori compresi. Gargano è uruguaiano, lo conosciamo bene, Lavezzi in Italia aveva avuto difficoltà a Genova, sponda rossoblù, ed anche al ritorno in Argentina aveva fatto male”.
Chi è stato, dunque, l’artefice principale della rinascita di Lavezzi?
“Lui stesso e Ramon Diaz, uno che in Italia conoscete bene. Nel San Lorenzo, dopo le parentesi sfortunate di Boca ed Estudiantes, gli ha aperto gli occhi ed insegnato cosa voglia dire essere e fare il calciatore. Poi, a Napoli, dopo il campionato vinto con il San Lorenzo, ha continuato a fare benissimo, strabiliando tutti. Credo sia stata la sorpresa argentina più bella della scorsa stagione”.
Passiamo ai consigli per gli acquisti. Da grande conoscitore del calcio sudamericano, chi suggerisce ai club italiani?
“Con qualche società l’ho già fatto in passato (ride, ndr) e lo sto facendo anche ora. Maidana, per esempio, un centrale difensivo che piace anche alla Fiorentina, l’ho suggerito alla Lazio che con lui colmerebbe molte lacune del pacchetto arretrato. Però…”
Prego.
“In Argentina bisogna venire a comprare attaccanti, esterni, volanti o trequartisti. Zarate l’abbiamo portato alla Lazio, è un vero e proprio fenomeno. Ai biancocelesti avevo suggerito anche Di Maria, prima che i riflettori gli fossero puntati addosso, ora il Benfica spara alto. E qualche mese fa Escudero alla Juventus, che è andato al Villarreal e poi in prestito al Racing Santander: un trequartista mancino classe ’87, capace di dribblare 9 giocatori in un’azione… E poi Insua, un trequartista eccezionale, che farebbe comodo a qualsiasi squadra”.
Un’ultima battuta, stavolta sul campionato. Chi la vince questa partita tra Napoli e Fiorentina?
“Mi auguro sia una bella gara, prima di tutto. Il Napoli è avanti sotto il profilo della condizione fisica, rispetto ai viola, almeno di venti giorni avendo giocato l’Intertoto. Potrebbe essere l’arma letale a favore degli azzurri, anche se dal punto di vista tecnico-tattico sono decisamente avanti gli uomini di Prandelli”.