RIBERY-MANIA, IL MENTORE A FV: "È UN FENOMENO, GIOCHERÀ FINO A 40 ANNI. QUANDO LO FECI ESORDIRE IN LIGUE 1..."
MVP del campionato di Serie A nel mese di settembre. Un campione stra-titolato ma ancora affamato, capace di dare un prezioso contributo alla Fiorentina in queste prime sette giornate: due gol, un assist, il ruolo di leader già cucito addosso e tante, tantissime giocate decisive. Il Franck Ribery di oggi, d'altronde, non ha certo bisogno di presentazioni. Ma com'è iniziata la sua favola nel calcio ad alti livelli? FirenzeViola.it è volata in Francia e se l'è fatto raccontare proprio dall'allenatore che lo lanciò in Ligue 1. Era la stagione 2004-2005, quando un giovanissimo Ribery, appena arrivato dal Brest, debuttava e si affacciava per la prima volta al grande football francese con la maglia del Metz. A guidarlo c'era un certo Jean Fernandez, il tecnico che l'anno dopo decise di riabbracciarlo anche a Marsiglia aiutandolo a spiccare definitivamente il volo. Una sorta di mentore per FR7, l'uomo che ha segnato la sua ascesa in patria, intervistato in esclusiva per queste colonne.
Fernandez, se le dico Franck Ribery cosa mi risponde?
"Un campione, una persona fantastica, un grande professionista. E anche uno dei miei pupilli, non posso certo negarlo".
Nella carriera di FR7, il suo nome appare d'altronde nei momenti più importanti. Almeno in Francia.
"Sì, ho avuto il piacere di allenare Franck al Metz e al Marsiglia. Lo feci debuttare proprio io in Ligue 1 nel 2004-2005, così come chiesi alla dirigenza dell'OM di acquistarlo l'anno dopo per la stagione 2005-2006. I ricordi, insomma, si sprecano e sono tutti molto positivi".
Che ricordo ha, in particolare, del primo Franck Ribery?
"Lo conobbi poco più che ventenne. Era una ragazzo umile, ma dotato di un talento straordinario. Aveva tutto: dribbling, tecnica, corsa, gol, spirito di sacrificio... Al Metz esordì a testa alta tra i grandi finendo per collezionare ben 21 presenze con due reti in soli sei mesi. Poi, dopo la breve avventura in Turchia al Galatasaray, tornò da me al Marsiglia e fu protagonista con 53 partite giocate e ben 12 reti".
Numeri e prestazioni che gli aprirono anche le porte dei Bleus.
"Franck ne fu davvero felice. All'OM fece una stagione strepitosa, fu premiato come miglior giovane della Ligue 1 e anche inserito nella top 11 del campionato. Non dimentichiamoci, infatti, che stiamo parlando di un Fenomeno con la F maiuscola".
Un Fenomeno che in Italia potemmo ammirare già nella finale del Mondiale del 2006.
"Fu un grande orgoglio vederlo prima di tutto debuttare con la maglia della Nazionale francese in amichevole contro il Messico, per poi intraprendere un percorso coi Bleus che in pochissimo tempo lo portò fino alla finale del Mondiale contro l'Italia. Un traguardo meritatissimo e una soddisfazione enorme sia per lui che per noi che lo conosciamo bene".
Sappiamo tutti com'è proseguita poi la sua storia, con un altro anno a Marsiglia e ben dodici stagioni ricche di successi al Bayern Monaco. La sorprende che Franck abbia ancora "fame" a 36 anni suonati?
"Non sono affatto sorpreso, devo essere sincero. Ribery è un atleta modello, molto forte fisicamente e mentalmente. È un campione che può dare tantissimo alla Fiorentina, alla Serie A, al calcio in generale. In pochi hanno la sua mentalità oggi. Se in estate ha scelto Firenze è perché sapeva di poter fare ancora la differenza, altrimenti sarebbe andato altrove".
Coi viola ha firmato un biennale, fino a quanti anni immagina di vederlo in campo?
"Almeno fino a 40 anni (ride, ndr). Non pensate neanche al suo ritiro, Franck sta dimostrando sul campo di avere ancora una smisurata voglia di giocare e divertirsi, senza porsi limiti dettati dalla sua carta d'identità. In questo suo avvio di stagione con la Fiorentina ho rivisto in lui lo stesso entusiasmo del ragazzino spregiudicato che allenavo al Metz. Ribery, lo ripeto, è un Fenomeno che ama il calcio e potrà sicuramente aiutare i gigliati ad andare lontano. Ne approfitto per fargli il mio più grosso in bocca al lupo in questa nuova avventura a tinte viola. Bonne chance, mon ami!".