MANFREDINI A FV, PORTE CHIUSE INFLUENZANO TANTISSIMO. CACERES DÀ QUALCOSA IN PIÙ
Udinese-Fiorentina doveva giocarsi sabato scorso, ma l'emergenza Coronavirus e la Lega hanno fatto slittare di una settimana la partita. Domenica le due formazioni scenderanno in campo in un clima surreale, a porte chiuse, alla Dacia Arena. FirenzeViola.it per approfondire le tematiche legate al campo, ma non solo ha contattato, in esclusiva, il doppio ex, Thomas Manfredini.
Il mondo del calcio italiano sta gestendo bene questa emergenza?
"Credo che ormai sia un tema talmente delicato che le decisioni prese da persone competenti siano quelle giuste. Forse prima è stato gestito male, ma per far andare avanti il campionato e farlo finire a maggio le porte chiuse erano l'unica soluzione. Qualcosa doveva esser fatto, anche per far ritrovare entusiasmo alla gente e quindi dare l'esempio per tutti".
Quanto influenza un calciatore il dover giocare a porte chiuse?
"Tantissimo. Sicuramente il tifo è una cosa in più, quello che poi fa diventare bello il mondo del calcio. Il giocatore è il protagonista, ma il tifo ne fa parte... È penalizzante soprattutto in ambienti caldi dove fa la differenza e da sempre una mano in più. Almeno è una cosa bilanciata in quanto tutte ne risentiranno".
Che partita si aspetta tra i bianconeri ed i viola?
"Non sarà una partita facile, l'Udinese è una squadra rognosa da incontrare, che lotta e ben organizzata. La Fiorentina con Iachini sta facendo bene, sarà una partita non facile, magari senza tifo non tanto brillante... Andrà a sprazzi e potrà essere decisa da un episodio. I viola devono gestirla bene e stare attenti dietro, mentre davanti può sempre creare qualcosa".
Da ex difensore come giudica il reparto arretrato della Fiorentina e chi le piace maggiormente?
"Caceres è il giocatore che sta dando qualcosa in più a livello di carattere, mentre Pezzella è il capitano anche se ultimamente sta commettendo qualche ingenuità di troppo, ma è proprio tutto il reparto che a volte ha amnesie... È una cosa che succedeva però più con Montella, mentre ora vedo una squadra un po’ più concentrata, attenta, aggressiva e ignorante nel senso buono del termine".
Cosa ha portato di diverso Iachini in una squadra come la Fiorentina?
"Sono lontano dal mondo viola, ma credo che con Montella il gioco era più dettato da schemi specifici e movimenti lasciando poco spazio alla fantasia e all'invenzione del giocatore. Iachini è un allenatore con in mente qualcosa di ben preciso, di far giocare bene la squadra, di valorizzare i giocatori e non il suo gioco specifico. Tutti hanno ritrovato fiducia in se stessi che non è un dettaglio nel calcio. Se li ingabbi con movimenti talvolta non riescono a rendere al meglio".
Un parere anche sul mercato della società di Commisso nel mese di gennaio.
"Hanno puntato su ragazzi giovani e sono sicuramente giocatori che possono crescere vicino a gente di esperienza. Sono tutti calciatori di tempra, di agonismo, con la lotta nel DNA. C’è molto dell’allenatore in questi acquisti... Duncan, Amrabat hanno qualcosa che mancava a questa squadra. Commisso ha dato un segnale importante, ha speso tanto e vuole fare le cose fatte bene. Si sono spostati su altri giocatori dopo l'arrivo di Iachini, c'è fiducia piena in lui".