MACALLI A FV, NON AVREMO MAI UN COMMISSIONER: IN ITALIA LA NEUTRALITÀ NON ESISTE

03.03.2020 19:00 di Dimitri Conti Twitter:    vedi letture
MACALLI A FV, NON AVREMO MAI UN COMMISSIONER: IN ITALIA LA NEUTRALITÀ NON ESISTE
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

"Pensate che io vivo a Crema, ed ho un nipote primario all'ospedale di Lodi... Se ci dicono che la situazione è pericolosa bisogna prenderne atto, serve che prevalga il buonsenso. Qui (zona rossa, ndr) si pensa a tirare avanti la baracca, perché si mette male. La gente non può lavorare, mancano soldi, ma cercheremo di fare ancora meglio". A parlare, intervistato in esclusiva da FirenzeViola.it, è Mario Macalli, per quasi vent'anni (dal 1997 al 2015) presidente della terza serie professionistica italiana, il quale si è espresso ai nostri taccuini andando a toccare la gestione, calcistica e non solo, dell'emergenza Coronavirus, sfiorando poi anche temi direttamente legati alla Fiorentina.

Qual è la sua opinione su quanto sta mettendo in atto il mondo del calcio italiano?
"Ne leggo girare molte, di opinioni, in questi giorni: chi più ne ha più ne metta. Ma io dico che non mi interessa cosa pensano i potenti o i politici, voglio buonsenso. Da credente e praticante sto vedendo che hanno chiuso le chiese... E non solo, visto che lo stesso vale per bar, cinema, e gli altri luoghi di aggregazione. Il calcio crede di essere un mondo a parte? No, c'è dentro. Poi si possono discutere le migliori soluzioni, ma o siamo tutti legittimi, oppure tutti bastardi: o si gioca tutti, o nessuno. Vedo la mia vecchia lega (Serie C, ndr) che ha chiuso i gironi A e B. Ma come pensi di recuperare poi se non in ordine di calendarizzazione...?".

In particolare si è accesa la questione intorno alla Serie A.
"Lì siamo alle barzellette, anche perché il problema nasce solamente intorno a due squadre, e non venti. Ovviamente Juventus e Inter: se ci fosse stato Lecce-SPAL, per dire, non sarebbe fregato niente a nessuno. Devono prendere una decisione che sia tale, perché siamo passati dalle porte chiuse a questa situazione, e non si fa così. Siamo italiani, tutti, e dobbiamo vivere questa tragedia da comunità, rendersi conto che il problema è nazionale ed essere rigorosi".

Come spiegherebbe ad un alieno il fatto che in A siano saltate sei partite, in B tutto regolare, e in C si sono fermati due gironi su tre?
"Non si spiega, se non con la difesa di interessi particolari. Il mondo del calcio deve essere più malleabile, e per ora non è stato così".

Una soluzione potrebbe essere, come suggerito da Barone, istituire un commissioner?
"Non succederà mai, in Italia. Lui viene dagli Stati Uniti, ma noi siamo italiani... Abbiamo grande creatività, forse loro un po' meno. Di certo posso dire che di neutro, in questo paese, c'è poca roba. Più che altro c'è tanta gente che vuole tenere le chiappe incollate sulla poltrona. Quando si governa serve equidistanza, io l'ho fatto per tanti anni. Anzi, lasciate che vi racconti un episodio...".

Prego.
"Ho vissuto per tanti anni a Firenze, visto che la lega è fiorentina. E ho avuto la sfortuna di trovarmi la Fiorentina in C2, e mi arrivavano pressioni da ogni dove. I viola avevano sempre diecimila tifosi pronti a seguirli, ma spesso gli impianti erano da appena mille posti. Andate in mille, punto: questo gli dicevo. Che fosse la Fiorentina, oppure il Genoa, o il Napoli, tutti avevano uguale trattamento. Tra l'altro ho sempre mantenuto un ottimo rapporto con l'ingegner Gino Salica, grandissima persona".

Che idea si è fatto invece di questa nuova proprietà viola, che non ha lesinato critiche pubbliche?
"Questa nuova Fiorentina, anche se è americana, ha un metodo italiano che sta impropriamente imparando...".

... Anche Zhang, nelle scorse ore, però si è lamentato.
"Sì, e sa una cosa? Se le avessi dette io, quelle parole, sarei già stato arrestato!".