LANZAFAME A FV: "COSA VUOL DIRE "VIVERE" IL FERENC. ITALIANO ISPIRA, NON PUÒ NON PIACERE"
Un inizio carriera da predestinato, la Juventus, il Bari di Conte e la Nazionale nel mirino. Poi uno scivolone fragoroso Per ripartire dopo l'inchiesta scommesse datata luglio 2012. Per ripartire Davide Lanzafame ha dovuto prendere la rincorsa da lontano. Dall'Ungheria, prima Honved e poi Ferencvaros: due campionati e due titoli di capocannoniere (equamente divisi tra rossoneri e biancoverdi). Da quelle parti Lanzafame, attualmente allenatore del Borgaro (Eccellenza piemontese) ma ancora legatissimo all'Ungheria, è un'istituzione, quasi alla pari del suo grande maestro, Marco Rossi, colui che lo volle all'Honved, per ricominciare da capo. A poche ore da Ferencvaros-Fiorentina è proprio Davide Lanzafame a raccontare a Radio FirenzeViola qualcosa di più del glorioso club di Budapest e della realtà trovata in Unhgeria: "La prima volta che sono stato a Budapest è stato nel 2013 quando Fabio Cordella, Direttore sportivo dell'Honvéd all'epoca, mi contattò. Lì ho trovato mister Rossi (Marco Rossi, attuale Ct dell'Ungheria, ndr) ed è iniziato un viaggio straordinario culminato con la qualificazione in Europa League. Quello è stato il mio primo assaggio di Ungheria. Sono contento perché abbiamo aperto i confini e fatto scoprire a tanti italiani una terra meravigliosa.
Poi sono tornato nel 2018 sempre alla Honvéd e abbiamo fatto la storia: abbiamo vinto il campionato a 24 anni di distanza dall'ultimo. Dopo due stagioni ho deciso di cambiare e ho fatto un salto in avanti. Sono andato al Ferencvaros. Loro sono una società storica qui in Ungheria, sono il club più titolato del paese, la Juventus d'Ungheria. Al Ferenc abbiamo vinto il titolo ed è stato un anno positivo per me, anche perché ho vinto nuovamente il titolo di capocannoniere. Pur essendo rimasto solo un anno lì, ho vissuto a pieno nel mondo Fradi (come chiamano i tifosi del Ferenc, ndr). Essere Fradi è una missione: si tifa Ferenc dal mattino alla sera, in tutte le competizioni visto che il Ferencvaros è una polisportiva. Tanto calcio ma anche tanta pallanuoto, lì sono fortissimi in questo".
Il Ferenc da quelle parti è un'istituzione, anche se in Europa è un'altra storia: "Il Ferencvaros si sta giocando il campionato col Paksi, che è una società che ha sempre lottato per la salvezza, un'autentica rivelazione quest'anno. La squadra di Stankovic è un po' in ritardo rispetto al previsto. Per questo credo che, arrivati a febbraio marzo, vireranno tutto sul campionato. Solitamente quando sono impegnati anche in Europa danno più importanza alle competizioni continentali, non so se sarà così anche quest'anno anche se penso che alla fine in campionato non abbiano problemi a vincere il titolo".
Da allenatore in erba, Lanzafame ha parole di stima anche per quanto espresso dalla Fiorentina: "Il gioco di Italiano non può non piacere. Lui è partito dal basso, da Arzignano, e via via è arrivato dove è ora con un calcio propositivo. Ha tanta personalità e accetta le sfide. Per me che sono un giovane allenatore lui è una fonte di ispirazione".
Una crescita, quella del tecnico viola, che passa anche dalla Conference. Competizione che può far salire di livello anche movimenti "periferici" come quello ungherese: "La Conference League è simile all'Intertoto di qualche anno fa. È un torneo fatto per le squadre di terza fascia, però è sempre una competizione europea e quindi la vittora da prestigio e fama anche alla propria federazione. Spero che la Fiorentina riesca ad alzare questo trofeo, anche se un po' tifo anche Ferenc. Il calcio ungherese è in netta crescita. Ha delle strutture che qui in Italia ci sogniamo. Ne sentirete parlare fra una decina d'anni, fidatevi".
Italiano come fonte d'ispirazione per Lanzafame, ma i veri maestri sono altri: "I miei mentori sono quelli e rimangono quelli, mister Antonio Conte, conosciuto a Bari, e Marco Rossi. Sicuramente apprezzo Italiano da amante del calcio, ma le persone a cui sono più legato da un punto di vista sia emozionale che professionale sono Conte e Rossi. Loro rimangono i miei punti di riferimento principali anche oggi".
Infine, una battuta proprio su Antonio Conte: "Cosa farà? Non l'ho sentito in merito. Non ne ho idea, sicuramente aspetta l'occasione giusta per tornare in panchina. Il prossimo anno sceglierà ciò che secondo lui è più stimolante".
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