FIRENZE, Tutto il mondo è paese. Anche qua
E il sogno dell'isola felice svanì in una fredda domenica d'inverno. Partiamo da un presupposto: lungi da noi pensare che quelli di Firenze siano fatti anche solo minimamente paragonabili alla scelleratezza degli "imbecilli" (perché chiamarli tifosi, o anche ultras, ci suona troppo strano) di Bergamo ed alla guerriglia urbana di Roma. Però, anche a Firenze, ieri c'è stato un forte segno di inciviltà.
Siamo più precisi. Non è stata Firenze a macchiarsi di questa grave onta: è stato il manipolo di "pseudo tifosi" che hanno preferito lanciare cori ingiuriosi verso le forze dell'ordine, minacciare i compagni di Curva, verbalmente e fisicamente, ad uscire dal coro. Una Curva Fiesole "in mano" ai pochi, dove cori e canti verso la Fiorentina erano pressoché impossibili da sentire dagli altri reparti dello Stadio (e forse anche dal campo, vista la prestazione dei viola ieri).
Speaker ufficiale della Fiesole, "Fabrizino" ha definito a Firenzeviola.it quelli ingiuriosi di ieri come "piccoli disguidi, incomprensioni, minacce da parte di cani sciolti". Altri, molti di più, ci parlano di vere e proprie minacce, di risse per cori e striscioni, di aggressioni fisiche. I coordinatori della Curva, Sartoni e Brazzini, hanno deciso di dire basta. Difficile biasimarli, facile comprenderli. Tanturli si unisce a coloro che comprendono le parole dei due, ammettendo a Firenzeviola.it che bisognerebbe creare una cultura dello sport, proprio per evitare che quei "cani sciolti" di cui sopra prendano il sopravvento.
E' di oggi la notizia che l'Osservatorio ha vietato le trasferte. Tanturli ribadisce la pericolosità di un provvedimento del genere, Pippo Russo, docente di Sociologia dello Sport a Firenze, conferma la tesi di Tanturli aggiungendo che a questo calcio serve una lunga pausa. Servirebbe davvero uno stop, per riflettere, in Italia ed anche a Firenze, quella che credevamo fosse l'ultima isola felice del calcio e del tifo, ma che ieri ha dato una dimostrazione di inciviltà che deve far pensare.
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