27/10/1999, LA FIORENTINA BATTE L'ARSENAL A WEMBLEY: GLI ANEDDOTI E I RICORDI DEI PROTAGONISTI
27 ottobre 1999 - 27 ottobre 2023. Ventiquattro anni fa la Fiorentina batteva l'Arsenal in Champions League, a Wembley, con un gol di Batistuta da posizione impossibile. Una vittoria che non valse un trofeo, ma ancora oggi viene ricordata con immenso piacere dalla Firenze calcistica. Radio FirenzeViola, per riportare alla mente quelle immagini, ha raccolto i ricordi di alcuni protagonisti di quella notte europea.
Di seguito le formazioni di quella gara e il racconto delle voci interessate:
ARSENAL (4-4-2): Seaman; Dixon, Keown, Adams, Winterburn; Parlour, Vieira, Petit, Overmars; Bergkamp, Kanu. Allenatore: Arsene Wenger.
FIORENTINA (3-4-1-2): Toldo; Pierini, Firicano, Repka; Di Livio, Rossitto, Cois, Heinrich; Rui Costa; Batistuta, Chiesa. Allenatore: Giovanni Trapattoni.
Comincia Alessandro Pierini (titolare): "Intanto ricordo che si arrivò al campo molto tardi, nel tragitto tra l’hotel e lo stadio c’era molto traffico e la polizia non usava né sirene né altro. Per cui arrivammo solo 50-55 minuti prima dell’inizio della gara e parecchio nervosi, perché non era una situazione piacevole. La partita invece fu qualcosa di fantastico, per come avvenne, perché permise il passaggio del turno. E poi eravamo in uno stadio fantastico contro una squadra veramente forte e che ci mise davvero in difficoltà. Fu una di quelle partite dove tutti tirarono fuori il meglio per poter arrivare alla fine con 3 punti fondamentali.
Il gol di Bati fu una cosa stratosferica, da posizione impossibile. Mi ricordo che quella partita sancì il passaggio del turno nostro e l’eliminazione dell’Arsenal. Mi colpì moltissimo il sostegno che i tifosi dei Gunners diedero alla loro squadra, nonostante fossero usciti dalla Champions. Perché a fine partita tutto lo stadio li applaudì e fu qualcosa che, per noi italiani, era un po’ inusuale. E poi chiaramente ci fu una grandissima gioia negli spogliatoi, nel viaggio di rientro a Firenze, perché sapevamo di aver fatto qualcosa di straordinario: vincere a Wembley, contro una squadra com’era quell’Arsenal era davvero difficile".
Prosegue Mauro Bressan (in panchina): "È passato tanto tempo (ride, ndr), ma certi momenti, ovviamente, rimangono indelebili. Facendo un flashback, ricordo vari momenti. Di sicuro, il più strano è legato al viaggio. Ricordo che siamo partiti dall’hotel per arrivare a Wembley ed era l’ultima partita che l’Arsenal avrebbe giocato lì, perché poi lo avrebbero rifatto. Trovammo una colonna di traffico incredibile, tant’è che arrivammo alla partita solo 45 minuti prima, forse addirittura mezzora... ricordo la frenesia nell’arrivare negli spogliatoi dettata appunto dai lavori per Wembley. Non proprio un modo consono per preparare una gara, in fretta e furia. Poi subito in campo per il riscaldamento, io ero in panchina ma ricordo uno spettacolo incredibile.
Nei 90 minuti ricordo bene il gol di Bati e le parte di Toldo, eravamo tutti in piedi a esplodere. Poi gli abbracci con Rossitto, fu la sensazione incredibile di aver fatto qualcosa di epico. Anche perché non eravamo favoriti contro il grande Arsenal, ma raggiungemmo con sofferenza e caparbietà un risultato eccezionale. I miei compagni fecero una prestazione eccezionale. Sancimmo la qualificazione. E poi ovviamente ricordo anche il post partita: festeggiammo tutta la notte e non ci preoccupammo di arrivare in ritardo all’hotel (ride, ndr). Grandi emozioni di Champions".
Si accoda Fabio Rossitto (titolare): "Il giorno prima era nata mia figlia, era già una giornata speciale. La partita è stata emozionante. Siamo arrivati tardissimo allo stadio, perché non avevamo la scorta e c’era molto traffico. Avevamo fatto un riscaldamento di 10 minuti e poi siamo scesi in campo. Affrontavamo una grandissima squadra; Bergkamp, Overmars, Vieira.. c’erano giocatori veramente fortissimi. Però quella Fiorentina non aveva paura di nessuno in Europa e quella fu una partita molto tirata. Noi cominciammo subito bene, la squadra era in palla. Quello era un gruppo costruito proprio per la Coppa. Era una squadra pericolosa, avevamo tante cartucce da sparare in ogni partita.
Poi è arrivato il momento importantissimo del gol incredibile di Batistuta. Fu proprio un segno che quella serata dovesse essere la nostra. Io guardavo i tifosi fiorentini sullo 0-1 e pensavo a quanto mancasse alla fine, guardavo il tabellone e speravo.
Una grandissima emozione. Io davo uno sguardo al pubblico e poi subito al tabellone. Mi ricordo queste cose qui come se fosse oggi. Percepivo il cuore che batteva forte di tutti. Il mio desiderio era quello di arrivare alla fine. Man mano che passavano i minuti ci rendevamo sempre più conto che potevamo raggiungere il grande obiettivo. Lo sguardo era sempre rivolto al pubblico perché dare quella gioia lì a quei tifosi, è stato un regalo caduto dal cielo. Ho vissuto una delle serate più belle della storia.
Ho guardato gli avversari nel momento del gol e loro abbassarono la testa, perché avevano capito che davanti c’era una squadra che non avrebbe mollato fino all’ultimo secondo e che aveva delle qualità particolari. Avevamo un’unione incredibile. Ho visto in loro lo scoraggiamento, mentre noi acquisivamo forza ed energia. Gli ultimi due minuti pressavo tutti gli avversari, per far sì che non lanciassero il pallone in avanti. Mi sono gustato ogni attimo fino al triplice fischio e lì veramente non sapevo più dove guardare. C’era l’apoteosi. Andai ad abbracciare Trapattoni e guardavo la nostra gente. È stata una cosa clamorosa. La ricordo come fosse oggi, non è mai passata. Sento ancora l’odore dell’erba di Wembley.
Applaudivano perché avevano perso contro una squadra che in quel giorno era veramente forte. Però questo lo sento fino a un certo punto, perché ero talmente concentrato sui tifosi della Fiorentina, che sentivo solo quelli. Non posso non ricordare il tifo e l’accoglienza a Firenze di quando siamo tornati. È stata un’emozione fantastica".