ZANIOLO, Corvino disse che non c'era spazio per me

29.12.2020 11:00 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
ZANIOLO, Corvino disse che non c'era spazio per me
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nicolò Zaniolo, centrocampista della Roma ed ex Fiorentina, ha parlato così in una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport

Da ragazzo è andato a giocare a Firenze. Dove viveva?
"Sono andato a Firenze a 12 anni, facevo la seconda media. Abitavo a Spezia e facevo tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, avanti e indietro col pulmino. Avevo ottenuto il permesso dalla preside e uscivo alle 12.50 invece che alle 13.10. Il pulmino mi portava al campo a Firenze e poi tornavo alle 9.30 di sera a casa. Tutta la settimana così, per due anni. Poi finalmente sono arrivati i 14 anni e mi sono stabilito a Firenze in convitto".

E come è a 14 anni stare solo?
"È stata dura, sono molto attaccato alla famiglia. I primi 2-3 mesi sono stati terribili. Quando stavo a casa pensavo che fosse bello andare via con gli amici e giocare al calcio. In convitto magari ti divertivi il giorno sul campo ma quando andavi a dormire pensavi: “Sono lontano da casa, mi mancano mamma e papà”. I primi 3-4 mesi piangevo ogni sera, li chiamavo e loro mi dicevano “stai tranquillo che ti abitui e poi non ci chiamerai più”. Rispondevo ok. E piangevo. Però è andata proprio così, alla fine erano loro a chiamarmi per sapere come stavo...".

A Firenze dicono che lei non è adatto per la Primavera…
"Ero all’ultimo anno di Primavera, sono stato in ritiro con loro e pensavo mi tenessero. L’ultimo giorno di mercato mi ha chiamato il direttore (Corvino ndr) e mi ha detto: “Non c’è spazio per te, abbiamo altri piani, non rientri nel progetto, dovresti trovarti una squadra”. È stata la svolta, ero preoccupato di non giocare, sentivo che sprecare dodici mesi sarebbe stato un errore. Ho scelto l’Entella e da lì è andato tutto a crescere. Sembrava un passo indietro, invece era un passo in avanti".

Il suo è uno strano caso, due squadre come Fiorentina e Inter non capiscono di avere un gioiello tra le mani. Come se lo spiega?
"L’Inter penso abbia sempre bisogno di giocatori già pronti, già formati e io magari in quel momento non lo ero. Sono state scelte loro, li ringrazio perché poi, cedendomi alla Roma, mi hanno fatto arrivare in una città splendida come questa e in una società solida. Giocare qui è bellissimo, per i tifosi, per la città. Sono felicissimo di essere in giallorosso"

E in Nazionale? Lei ci arriva senza aver mai giocato in Serie A. Mancini l’ha vista e ha capito, diversamente da Fiorentina e Inter, che lei era molto forte…
"Ero a casa con amici a Spezia perché ci avevano dato dei giorni liberi a Roma. Sono in camera, apro Sky, vado sul canale 200 e vedo i convocati di Mancini. C’era scritto anche il mio nome, c’era scritto Zaniolo. Ho pensato: “Ma come è possibile? Di sicuro hanno sbagliato perché io sono Under 21 o Under 20”. Dopo venti minuti mi arriva la chiamata del manager della Nazionale che mi dice: “Nicolò, volevo farti i complimenti. Ti aspettiamo lunedì a Coverciano”. Ho chiamato i miei genitori e sono scoppiato in lacrime".

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