Il giorno delle riflessioni, anche su quanto hanno inciso gli ultimi mercati. Da lunedì un tris di chance per salvare l'annata

Il calendario, quello di Palladino e della sua squadra, non consente (ancora) soste, tantomeno tempo da dedicare agli approfondimenti, ma il giorno dopo l’eliminazione in semifinale di Conference League per la società s’impongono riflessioni. Sull’immediato, certo, perché in ballo c’è ancora molto (e questo gruppo va protetto dall’inevitabile delusione generale) ma anche sull’immediato futuro.
Strada, e guida tecnica, tracciata
La decisione di prolungare l’accordo con il tecnico, comunicata nell’immediata vigilia del match contro il Betis, traccia la strada dei prossimi mesi e piaccia o meno la fiducia ribadita a Palladino resta il primo indirizzo su una nuova stagione che è già alle porte. Così ancor prima delle valutazioni definitive sul lavoro dell’allenatore, per le quali servirà gioco forza attendere i risultati finali, sono già evidenti le ripercussioni della sua permanenza, anche e soprattutto sul mercato estivo.
La superiorità del Betis
Sotto questo profilo la doppia sfida agli spagnoli sembra ridimensionare il valore complessivo di una rosa che nei 210 minuti disputati tra il Villamarin e il Franchi quasi mai ha dato la sensazione di poter superare l’ostacolo. Al netto delle (due) occasioni di Mandragora e Gosens in Spagna il Betis può recriminare sulle opportunità di Bartra e Fornals nel primo round, e sui legni colpiti dallo stesso ex West Ham a Firenze e pure da Ezzalzouli nei supplementari. Insomma dal dibattito odierno scaturisce una superiorità, quella iberica, più o meno mai messa in discussione
Mercati sopravvalutati?
Così nell’anno in cui proprietà e società hanno rilanciato e rivendicato ambizioni importanti lo scontro con i biancoverdi riporta d’attualità una serie di scelte (di mercato e non solo) battezzate positivamente, in estate come a gennaio, ma rivelatesi meno efficaci del previsto. Se in estate Kean, Gosens e De Gea restano scommesse stra-vinte, mentre su Bove e Cataldi sono fattori esterni ad aver inciso, l’arrivo di Colpani (a lungo deludente), Adli (ultimamente in forte calo) e soprattutto di Gudmundsson hanno anticipato un mercato invernale solo teoricamente di rinforzo. L’islandese resta un interrogativo tutt’ora irrisolto, almeno in termini di rendimento, così come interrogativi continuano a pendere su un Folorunsho in cerca della miglior posizione in campo, su Ndour poco inserito e su uno Zaniolo molto poco calato nel ruolo.
Ripartenza obbligata
Alle valutazioni sul mercato va poi aggiunta una rinuncia, quella nella lista Uefa a Pablo Marì, che alla lunga ha condizionato anche il reparto difensivo, nel quale l’assenza di un’alternativa a Dodò (bissata in attacco da quella di Kean) si è rivelata perfino fatale nei 90 minuti di Siviglia. Insomma se sul fronte della guida tecnica la proprietà si è già espressa è sul piano della rosa che urgono decisioni, partendo dai big da trattenere fino ai rientri dei vari prestiti. Perchè se Palladino e la squadra hanno ancora 270 minuti per salvare l’annata la dirigenza è già chiamata ad avviare una ripartenza, possibilmente mantenendo alte quelle stesse ambizioni che oggi si scontrano con un’uscita dalla Conference League che lascia il segno.
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