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Game over: Zaniolo saluta col 'botto'. E il saldo col mercato di gennaio è negativo

Game over: Zaniolo saluta col 'botto'. E il saldo col mercato di gennaio è negativoFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2025
Ieri alle 10:00Copertina
di Alessandro Di Nardo

Mentre scriviamo il polverone su quanto accaduto ieri negli spogliatoi dello stadio Curva Fiesole (Viola Park) non si è ancora diradato, anzi, è da poco arrivata la notizia dell'apertura di un'indagine da parte della Procura federale. Rimangono in piedi due versioni di quanto accaduto al termine dell'incontro valevole per la semifinale Playoff del campionato Primavera Roma-Fiorentina (successo per 2-1 dei viola): quella dei giallorossi, che parlano di un'aggressione violenta di Nicolò Zaniolo ai danni di due calciatori ospiti (qui il comunicato), quella della Fiorentina, con tanto di virgolettato del calciatore - "Sono passato nello spogliatoio della Roma per salutare e complimentarmi con loro, ma ad un certo punto hanno iniziato ad insultarmi quindi, a quel punto, per evitare che la situazione degenerasse, ho preferito andare via" - qui i dettagli. Non sappiamo se la verità anche qui stia nel mezzo, certo è che chi l'ha incrociato nei corridoi dell'impianto ha parlato di uno Zaniolo tutt'altro che sereno. E sarà questo probabilmente l'ultimo (e unico forse) ricordo che il classe '99 lascerà a Firenze. Quattro mesi in maglia viola: 13 partite, 5 da titolare, 462' in tutto con zero gol, zero assist, quattro cartellini gialli e un rosso (preso dalla panchina con tanto di due giornate di squalifica, anche in quel caso, quando ha visto giallorosso, a Zaniolo si è tappata la vena). Il modo con cui l'ex idolo romanista - adesso uno dei più acerrimi nemici del tifo giallorosso - si congeda dalla realtà che lo aveva lanciato da giovanissimo (anche lì si trattava di Primavera) è a tratti grottesco.

Perché rimane la presunzione d'innocenza fino a eventuali comunicati del Giudice Sportivo, ma anche il tecnico della Primavera Daniele Galloppa ha parlato di "Una scena pietosa in cui erano protagonisti quelli più grandi" (qui tutte le dichiarazioni). Il fatto che alla fine di una partita tra ragazzi sotto i vent'anni si debba parlare di Zaniolo, uno che fino a prova contraria era sugli spalti nelle vesti di spettatore, dice molto di cosa sia diventato l'ormai ex numero 17 della Fiorentina. Personaggio discusso, divisivo, solo contro il mondo. Poco calciatore, almeno per quanto visto non solo a Firenze ma anche nei sei mesi precedenti all'Atalanta. Era stata una scelta forte, azzardata (senza senno di poi, lo si poteva benissimo dire anche a fine gennaio) di Pradè e della dirigenza viola che da sempre aveva nei suoi confronti una fascinazione - probabilmente tutto deriva dal fatto che lui, un prodotto della cantera della Fiorentina, sia diventato grande altrove senza che i viola ne abbiano ricavato granché -. Questa però non è una di quelle storie in cui apporre l'inflazionata frase di Venditti sugli "amori che fanno dei giri immensi e poi ritornano". E finisce così, con tensione e frustrazione, così come era terminata nove anni fa la prima parentesi di Zaniolo col giglio sul petto. La Fiorentina non ha mai davvero avuto l'intenzione di riscattarlo a una cifra (15,5 milioni a cui vanno aggiunti i 3,2 pagati già per il prestito oneroso) che sembra piuttosto anacronistica rispetto al valore attuale del giocatore, pronto a tornare al Galatasaray.

La triste parabola di un calciatore che il prossimo 2 luglio compirà 26 anni accende una luce su quello che è stato in generale il mercato viola di gennaio: la Fiorentina ci arrivava da quinta forza del campionato, a meno tre dal sogno Champions. I colpi di inizio 2025 erano stati comunque di tutto rispetto: subito Michael Folorunsho, uno che si era integrato istantaneamente nello scacchiere di Palladino; poi il pretoriano del tecnico campano, Pablo Marì, due ciliegine non da poco a centrocampo, Cher Ndour e Nicolò Fagioli. E poi appunto il grande punto di domanda Zaniolo. Cinque colpi di spessore che per qualcuno valevano alla Fiorentina il titolo di 'regina del mercato'. A meno di quattro mesi di distanza la resa non ha rispettato le aspettative: Folorunsho si è eclissato per incomprensioni tattiche e problemi fisici, Ndour no ha mai trovato la sua posizione ideale nel 3-5-2 e Fagioli si è acceso a intermittenza. Di Zaniolo (che ha come parziale scusante il fatto di essere stato anche lui incastrato dalla svolta tattica di Palladino, con un'impossibilità di ritagliarsi la collocazione giusta nel 3-5-2) abbiamo già detto abbastanza, rimane Pablo Marì, senza dubbio l'acquisto più positivo come resa nell'immediato, anche se lo spagnolo, 32 anni il prossimo 31 agosto, non può rappresentare la colonna futura su cui edificare la Fiorentina.