Un altro scudetto napoletano, un altro esempio da provare a replicare. Udine non può cambiare il giudizio sulla stagione

Un esercizio doloroso, non c’è che dire, ma inevitabile com’era stato inevitabile osservare la finale di Coppa Italia di qualche giorno fa. Lo scudetto del Napoli è un altro schiaffo da digerire in una stagione in cui l’Atalanta ha centrato l’ennesima Champions League, promemoria multiplo di come negli ultimi due decenni i viola abbiano perso terreno su concorrenti un tempo tenute a debita distanza.
Il dibattito sulla dimensione
Dibattito antico quello sul reale valore della dimensione viola, spesso ostaggio degli scudetti scivolati indietro nel tempo, ma comunque capace di vincere coppe e togliersi soddisfazioni negli anni a seguire. Di certo c’è che mentre a Firenze le ultime due proprietà hanno soprattutto spiegato cosa non era possibile fare a Napoli un proprietario nel giro di 20 anni ha infilato vittorie pesanti e stabilito il club ai piani alti della Uefa. Segno che a prescindere dalle strutture, e con competenza e coraggio negli investimenti, è possibile scrivere storie indelebili. In più, senza scomodare bacini d’utenza più ampi, basterebbe citare nuovamente i traguardi di Bologna e Atalanta per rendersi conto che gli esempi non mancherebbero, basterebbe provare a replicarli.
Se la Conference non può bastare
In casa viola tuttavia l’attualità è un’altra, si chiama Udinese e soprattutto porta ancora il nome e i colori della Conference League. Se nel migliore dei casi i viola sono destinati a centrare la quarta partecipazione consecutiva alla versione meno patinata dell'Europa significa che le cose non sono andate come ci si augurava, a prescindere dai punti che oggi potrebbero rappresentare soltanto un traguardo senza premi. Insomma per decidere il futuro è comprensibile attendere il fischio finale della gara di stasera per tirare le somme su riscatti e tutto il resto, per rendersi conto che è necessario fare di più (da parte di tutti, dirigenza e tecnico) probabilmente no.
Un mercato da condividere
Sarà il mercato a tenere banco già da domani, e non solo perché per via del mondiale per club ci sarà una finestra anticipata di trattative. La Fiorentina costruita la scorsa estate sarà passata al vaglio e c’è da augurarsi che tutto avvenga nella massima condivisione con il tecnico. Perché già il suo prolungamento è suonato più come un caso da gestire che una decisione soppesata e convinta. Se come pare sarà Palladino il nuovo tecnico il club ha il dovere di proteggerlo il più possibile, come ancora non è avvenuto. E soprattutto nell’ottica della prossima stagione in cui il rischio - inevitabile - è quello di una partenza in un ambiente molto poco propenso a concedere all'allenatore il minimo margine di errore.
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