Finalmente migliorarsi significa correre per un obiettivo più ambizioso della Conference League. Normale che Pradè difenda il suo lavoro, un po' meno che Commisso definisca ingiusta (e di una minoranza) la contestazione della curva

Finalmente migliorarsi significa correre per un obiettivo più ambizioso della Conference League. Normale che Pradè difenda il suo lavoro, un po' meno che Commisso definisca ingiusta (e di una minoranza) la contestazione della curvaFirenzeViola.it
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Tommaso Loreto

Gioca in difesa la Fiorentina, quasi come avvenuto nel corso della stagione appena conclusa. Lo fa con le sue figure apicali, dal presidente collegato dagli Stati Uniti fino alla dirigenza che risponde su ogni tema. Nelle spiegazioni riferite in conferenza stampa si legge la delusione per un finale quasi beffardo, almeno considerando i 65 punti e il sesto posto che numericamente resta il record della gestione Commisso.

Commisso rispedisce le critiche al mittente
Dei vari passaggi tuttavia è l’intervento del presidente a lasciare il maggior segno, fosse solo perché il riferimento è diretto al cuore del tifo, quella curva che nella gara con il Bologna si era fatta sentire a suon di cori e striscioni e che a lungo, negli ultimi mesi, aveva invece scelto di sostenere incessantemente squadra e società. Al netto di una contestazione definita “ingiusta(ma ogni pubblico pagante ha il diritto di lamentarsi se non si diverte) la divisione tra maggioranza e minoranza dei tifosi che cita Commisso non è di buon auspicio, basti pensare a come fu vissuta quando anche la precedente proprietà si espresse in questo modo (non a caso non è da escludere una risposta da parte della tifoseria). La diplomazia di Pradè di fronte all’argomento, che si tratti delle critiche nei suoi confronti o di quelle verso Palladino, era forse più adeguata, al pari di quanto ribadito da Ferrari disposto a leggere talune critiche come semplice stimolo, anche perché adesso, oltre che nei confronti del tecnico, il rischio che il clima elettrico alla ripartenza della stagione chiami in causa anche il proprietario è reale. 

Pradè e le indicazioni sul mercato
Dal canto suo è Pradè il grande protagonista della conferenza, e non solo per le varie indicazioni sul mercato. Il direttore sportivo riepiloga tutte le varie situazioni (LEGGI QUI) e difende il proprio lavoro tirando fuori anche le unghie, e d’altronde rileggendo l’intera stagione è persino comprensibile il rammarico per un traguardo come l’Europa League (o la finale di Conference) sfiorato a un passo dal traguardo. Certo, la sensazione che con una rosa come quella di quest’anno sia venuta meno un pizzico d’esperienza da parte del tecnico resta, ma la fiducia rinnovata in tempi non sospetti impone di concedere nuovi bonus . E soprattutto di augurarsi che la rosa del prossimo anno sia tagliata su misura di Palladino, potendo ancora contare su Kean e De Gea, indiscutibilmente gli elementi più importanti del presente viola comunque rappresentato da quella buona base di rosa tirata in ballo da Ferrari. 

Un obiettivo minimo che può far sperare nel futuro
Insomma non sarà stato un intervento dedicato alle ambizioni come fu quello dell’anno scorso, ma tra le righe delle parole riferite si legge anche la volontà di migliorarsi ancora, e ripartendo da un sesto posto non resta che tirare un sospiro di sollievo. Perchè seppure la strada sia stata molto lunga, almeno 6 anni, da questa estate in poi la Fiorentina si pone un obiettivo importante (a partire dal quinto posto e di conseguenza da una nuova rincorsa all’Europa League) o più semplicemente l’arrivo di un trofeo (la Conference) che da queste parti manca da oltre 24 anni. Contando come e quanto non siano stati troppo graditi i vari riferimenti ad altre realtà di questi tempi più allegre (leggere alla voce Bologna e Atalanta) sapere che l’obiettivo minimo del prossimo anno non potrà più essere la qualificazione alla Conference League può rappresentare l’aspetto più positivo della conferenza di fine stagione andata in scena al Viola Park.