TRISTEZZA PER FAVORE VA' VIA...

26.01.2012 01:15 di  Stefano Borgi   vedi letture
foto di Stefano Borgi
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© foto di Firenze Viola

Un soffio di allegria, di speranza, di felicità. Questo traspariva dal volto sorridente di Amauri Carvalho de Oliveira (nome lungo e ben disteso, da buon brasiliano) e questo ci voleva nella Fiorentina più triste degli ultimi 30 anni. Forse la più triste di sempre. Intendiamoci, non stiamo parlando di Messi o Cristiano Ronaldo, e neppure (per volare più bassi) di Matri o... Pazzini (ahimè), però "Carvaglione" è uno di spessore, con un certo pedegree, con un passato bianconero che comunque fa curriculum, insomma... non è nemmeno Castillo, Keirrison, piuttosto che il Tanque. A proposito di soprannomi, sapete cosa vuol dire Amaurì? Significa Calimero (e ci sfugge il perchè) diciamo che fa tenerezza, e ci dipinge il calciatore come uno di noi, uno che si vuol mettere in gioco, uno che (con un pò di populismo, ce lo conceda...) afferma di doversi meritare la maglia viola. E se non se l'era studiata prima, complimenti...suona davvero bene. Amauri, brasiliano di Carapicuiba (città di quasi 400.000 abitanti nello stato di San Paolo), porta quindi la spensieratezza del suo popolo, del carnevale, la voglia di divertirsi, di essere positivi, di giocare al calcio con gioia. E poi porta la sua fisicità, il suo essere centravanti, il suo vedere e sentire la porta, la capacità di "inventarsi" un gol, quella che aveva perduto l'ultimo Gilardino. Sopratutto ci auguriamo porti via la tristezza che avvolge l'ambiente viola, involuto nell'oblio di una rassegnazione che non fa parte del popolo fiorentino, storicamente attaccato in maniera morbosa alla propria squadra, da sempre entusiasta, mosso da fiducia incrollabile nei colori dell'iris. Per questo il nostro incipit recita: "Tristezza, per favore va' via..." prendendo a prestito il titolo di una canzone di Ornella Vanoni (datata 1967), sulle note di un samba che spinge via la malinconia per fare entrare la speranza. Quella che cercano da tempo tutti i tifosi viola.

Due considerazioni per chiudere: abbiamo apprezzato in Amauri il tentativo (riuscito) di troncare con il passato, segnatamente la Juventus, che da queste parti è vista come il fumo negli occhi. Amauri lo ha fatto con decisione ma anche con sobrietà, dando l'impressione di sincerità e spontaneità (nessuno ce lo garantisce, però sembrava...) e sopratutto segnando il primo gol nel cuore dei tifosi della Fiorentina. La seconda vuole chiosare sul ritardo del suo arrivo a Firenze. Parliamoci chiaro: nessuno crede alla storia del parto della moglie, quantomeno che questo possa esser stata la pregiudiziale perchè il giocatore arrivasse una settimana prima. Ma chi siamo noi per giudicare o per dubitare? Tiriamoci una riga sopra e ragioniamo in concreto: e se Amauri avesse aspettato davvero il Milan? Ne ha facoltà... E se Amauri avesse firmato per sei mesi nella speranza a giugno di andarsene e trovare una sistemazione migliore? Ne ha facoltà... E se fosse venuto a Firenze con l'obiettivo di riconquistare la nazionale usando la Fiorentina come veicolo promozionale, per poi abbandonarla a convocazione ottenuta? Ne ha facoltà... totale, completa. L'importante è che Amauri dia tutto in questi sei mesi (che poi sono cinque effettivi) per la Fiorentina, che dia un peso specifico all'attacco viola, che serva a mandar via il "mal di pancia" a gente come Behrami e Jovetic, che dia un motivo al pubblico di Firenze per tornare allo stadio e tifare di nuovo Fiorentina. Che cancelli sopratutto quella squallida  e vergognosa posizione di classifica e riporti la squadra viola dalla parte sinistra della classifica. Lo impone la storia, la gloria, il blasone di Firenze. Tutto questo (e molto altro) servirebbe a riportare il sorriso. E allora, "Tristezza per favore va' via..."