SINISA... L'ULTIMO SHOW!
Abbiamo aspettato qualche giorno, abbiamo fatto decantare la cosa (un paio di nottate, del resto la notte porta consiglio), ora però ci sembra giusto, anche da parte nostra, spendere due parole sull'addio di Sinisa Mihajlovic. Tranquillizziamo tutti: non assumeremo l'espressione triste e contrita mostrata da Pantaleo Corvino nel presentare Delio Rossi (ci permetta, direttore, non ci è sembrato il comportamento più consono per dare un benvenuto) nè ci lasceremo trascinare da una gioia smodata, quella che ha provato la stragrande maggioranza dei tifosi viola al momento dell'annuncio ufficiale: via Sinisa, dentro Delio. Useremo l'ironia, l'animo leggero, l'aria scanzonata che lo stesso Mihajlovic teneva abitualmente ad ogni ingresso in sala stampa prima di regalare una delle sue famose freddure. Avete presente quelle che hanno fatto la fortuna della nostra rubrica, il "Tuttosinisashow", compendio di momenti esilaranti, da Cortina 2010 ad oggi? Per farlo citiamo i versi di una canzone... "La valigia sul letto, quella di un lungo viaggio..." cantava Julio Iglesias in una famosissima: "Se mi lasci non vale". In quella frase (e anche nel titolo) c'è molto del destino di Sinisa, ora che non è più l'allenatore della Fiorentina. La valigia sul letto (o sotto al letto) siamo convinti che Mihajlovic l'abbia sempre tenuta, senza averla mai disfatta del tutto. E' vero, tutta la famiglia si era trasferita a Firenze (non come Kharjà), abitava (e abita ancora) in una splendida casa sul Poggio Imperiale, i figli frequentano una delle scuole private più esclusive di Firenze, però (ne siamo certi) Mihajlovic non si è mai sentito sicuro del posto sulla panchina viola. Neppure nei momenti migliori, consapevole di non piacere (eufemismo) ai tifosi, fedele al motto che amava ripetere... "Il mondo si divide tra allenatori esonerati, ed allenatori che saranno esonerati". Attribuiva la frase a Giovanni Trapattoni, ed alla fine ha avuto ragione lui. Anche per questo sembra l'abbia presa bene (noi, però, abbiamo informazioni leggermente diverse) quando Corvino gli ha comunicato la triste decisione. Che non si sentiva sicuro si vedeva da come affrontava le partite, specialmente le ultime, con in testa un unico obiettivo: non perdere, per nessun motivo. Per allungare il brodo, per mantenere il posto, certo che se non perdeva la famiglia Della Valle non avrebbe mai avuto il coraggio di mandarlo via. Anche a Verona l'atteggiamento era stato quello: squadra bloccata, attenta in difesa, con sporadiche proiezioni offensive, per la serie: "Un pareggio ti allunga la vita". Poi la disattenzione fatale, e la frittata è stata fatta.
Il lungo viaggio. Beh...le offese degli ultimi giorni gli avevano tolto serenità, fiducia, e certamente avrà pensato che Firenze ed i fiorentini non lo meritassero, meditando quindi di andarsene il più lontano possibile. E invece, il colpo di scena, l'ultimo show: la lettera che Sinisa ha scritto a Firenze (a tutte le componenti cittadine, nessuna esclusa) e la volontà espressa proprio ieri, di "studiare", di osservare gli allenatori più bravi di lui. La battuta, a questo punto, è fin troppo facile: meno male che si è accorto di non saper far l'allenatore, meno male che ha deciso di imparare, se lo faceva prima di venire a Firenze sarebbe stato meglio. E invece da parte nostra c'è il plauso incondizionato per un bagno d'umiltà che al giorno d'oggi (specialmente nel mondo del calcio) è merce rara. E ancor di più quella lettera scritta di suo pugno, sincera, positiva, conciliante. Come dire... "Io c'ho provato, non mi è andata bene, andrà meglio la prossima volta. Intanto, grazie a tutti...e scusate il disturbo". Non c'è che dire, anche stavolta Sinisa ci ha sorpreso, anche stavolta è riuscito a portare a termine il suo show. Almeno al di fuori del rettangolo verde, Mihajlovic merita la standing ovation.
In chiusura, un ultimo riferimento al titolo della canzone di Julio, "Se mi lasci non vale". Sinisa ha veramente sperato fino all'ultimo di poter risolvere la situazione, lo ribadiva con quelle frasi ripetute, reiterate, sul buon gioco della squadra, sulle prestazioni dei propri giocatori. Un disco rotto. Lui, come un bambino quando i genitori si separano, non voleva guardare in faccia la realtà, e se ne costruiva una tutta sua. Sinisa non capiva, non capisce tuttora (forse)... "Se mi lasci non vale" è anche l'ultima frase che ha detto al suo direttore, e forse hanno pianto insieme. Auguri.