CORR. SPORT, Prandelli senza società forte dalla sua
Anche Giancarlo Dotto, sul Corriere dello Sport, esprime la propria opinione in merito alle dimissioni di Cesare Prandelli. Ecco alcune delle parole da lui scritte: "«Scorie e veleni che si accumulano e presentano il conto tutto insieme», scrive Cesare. Ci sono lutti e lutti. Cesare ne ha conosciuti tanti. Ora, forse, ha conosciuto quello peggiore, il lutto dell’esclusione.
In questi casi (fu così nei precedenti di Bagnoli, Silvio Baldini, Agroppi, dello stesso Sacchi) il comodo ricorso è la “depressione”, il male oscuro che, in quanto tale, nessuno sa cosa sia, a cominciare dal depresso. Ma quella di Prandelli, più che depressione, è una storia di esclusione, che è anche peggio della reclusione. «Questo mondo non fa più per me...», la frase chiave nel messaggio che Cesare ha lanciato in una bottiglia che ha una sola chance, quella di essere presto dimenticata. Ai giorni nostri restano a galla solo allenatori sostenuti dalla società o carismatici al punto di farsi credere più di quello che sono, il carisma ribaldo (ma fortemente calante) alla Mourinho, quello stregonesco alla Guardiola o inclusivo alla Klopp, il più raro, perché il carisma di suo esclude, soprattutto quando manipola. Prandelli non aveva il carisma dalla sua e, negli ultimi anni, nemmeno una società forte alle spalle.