Chi cambia allenatori e chi fa mercati d'intuizione: Fiorentina-Verona, quante differenze
La definisce "la sfida della disperazione", il Corriere Fiorentino, addentrandosi in Fiorentina-Verona. Domenica al Franchi va in scena lo scontro diretto tra ultima e penultima della Serie A, qualcosa di impensabile a inizio stagione e che invece si verificherà nel prossimo weekend in una sfida cruciale per entrambe. Il quotidiano locale la va a sviscerare nel dettaglio, ripartendo dai dati: la Fiorentina ha cambiato quattro allenatori in sei mesi, il Verona dall’estate 2024 ha in panchina Paolo Zanetti; la Fiorentina, reduce dal sesto posto dello scorso campionato, ha speso oltre 90 milioni di euro tra riscatti e acquisti per migliorare il proprio piazzamento europeo, il Verona, salvatosi all’ultima giornata, ha perso alcuni dei propri pezzi pregiati come Coppola, Ghilardi e Tchatchoua e portato avanti un mercato di intuizioni (soprattutto in attacco) e scommesse per confermarsi per il settimo anno di fila in A. E poi ancora: la Fiorentina ha dal 2019 come proprietario Rocco Commisso, il Verona dal gennaio di quest’anno ha nel fondo Presidio Investors e in Italo Zanzi i nuovi riferimenti societari, dopo 13 anni trascorsi con Maurizio Setti al timone.
Spazio poi ai temi di campo, coi viola che hanno confermato anche a Reggio Emilia le proprie criticità difensive, con 11 gol subiti da palla inattiva sui 24 totali e la conferma come peggior squadra della serie A per numero di tiri in porta subiti (73), con i gigliati ora saliti a 16 punti persi da posizione di vantaggio. Il Verona, dal canto suo, ha ribadito la propria qualità offensiva (un dato su tutti: 95 dribbling riusciti) e mostrato, forse per la prima volta in stagione, cinismo e precisione: basti pensare che, pur avendo segnato entrambe 11 reti in campionato, il Verona è tra le migliori per numero di tiri in porta (68), la Fiorentina tra le peggiori (37). Il tempo degli alibi e della paura è finito (Vanoli dixit) a maggior ragione visto il senso di urgenza della gara di domenica. La Fiorentina dovrà fare i conti con i propri demoni, sconfiggere i propri timori e soprattutto percepire il pericolo di affrontare una squadra come il Verona, abituata da anni a vivere il valore di ogni singolo contrasto, pallone e risultato. La dimostrazione sta nella partita di sabato giocata con l’Atalanta: corsa, cuore, organizzazione. Così Zanetti è tornato a vincere.
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