Sassuolo decisivo. Dalle parole di Dzeko e dalle "lacrime di rabbia", la Fiorentina deve passare ai fatti, ovvero ai risultati. Per girare in quota salvezza servono tre vittorie e tre pareggi. Vanoli ha ragione su Gudmundsson: non deve abbassarsi
Oggi è più che decisiva. Oggi la Fiorentina può incamminarsi verso una stagione nuova o precipitare in quella attuale. A Reggio Emilia ci sarà un’intera curva viola. La gente ha capito, dovrà capirlo anche la squadra. E in fretta. A Bergamo è successo qualcosa che Vanoli ha definito “un confronto significativo”, la richiesta del giocatore più esperto della Fiorentina ai tifosi della Fiorentina. “Abbiamo bisogno di voi”, ha detto Dzeko col megafono in mano. Di solito è il contrario, sono i tifosi ad aver bisogno della squadra per divertirsi, per entusiasmarsi, per sognare, del resto pagano per un sogno.
Perché tutto questo accada di nuovo a Firenze, in una città dove il mondo si è ribaltato, è necessario che le parole di Dzeko e le “lacrime di rabbia” dei giocatori svelate dal dg Ferrari prendano consistenza e si trasformino in fatti. Sennò restano parole e a parole i fiorentini non amano farsi prendere in giro. La partita col Sassuolo apre una serie di sfide fondamentali per la salvezza. La Fiorentina è ultima in classifica con 6 punti in 13 partite, Cagliari, Genoa e Parma ne hanno 11 e sono le prime squadre fuori dalla zona-retrocessione. Alla fine del girone d’andata mancano 6 gare, la Fiorentina è attesa dal Sassuolo a Reggio Emilia, da Verona e Udinese al Franchi, dal Parma al Tardini, dalla Cremonese sempre al Franchi e dalla Lazio all’Olimpico. Con 15 punti (5 vittorie e una sconfitta) gira in piena zona-salvezza; se ne conquista 12 (4 vittorie e 2 sconfitte, o 3 vittorie e 3 pareggi) fa un passo avanti ma sente ancora la puzza della zona-retrocessione; se ne fa 9 o 10 (vale a dire 3 vittorie e 3 sconfitte, o 2 vittorie e 4 pareggi) resta in piena bagarre, con la paura appiccicata addosso.
Prendiamo i 12 punti come ipotesi “media” (seppure ambiziosa) per risollevarsi. Deve sempre vincere in casa (dove per ora conta 0 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte), quindi deve battere Verona, Udinese e Cremonese, non deve perdere a Parma (scontro diretto) e nemmeno oggi a Sassuolo perché pure questa sfida potrebbe trasformarsi, in futuro, in un altro scontro diretto, anche se oggi la squadra di Grosso è a metà classifica con 17 punti. Questi sono i numeri che arrivano dopo le parole, ma senza fatti (leggi risultati) servono solo a far imbufalire la gente. La Fiorentina ha bisogno di ritrovare un’idea, uno spunto intorno al quale ricostruirsi. Può essere uno spunto tattico? Vanoli ha risposto senza rispondere a una domanda sulla difesa a quattro, magari può ripartire da lì. In modo più sensato dovrebbe staccarsi dalla linea-Pioli che non aveva portato né gioco, né risultati. Finora Fagioli regista è stato un fallimento mentre la coppia Kean-Piccoli ha portato la miseria di un gol, su rigore, in oltre 400 minuti insieme. Va detto però che se la scelta di Vanoli è legata alle condizioni fisiche, tecniche e morali dei suoi attaccanti, una volta schierato Kean diventa difficile sapere chi sta meglio (o anche meno peggio) come suo partner. Finora Piccoli, Gudmundsson e Dzeko hanno fatto vedere poco, pochissimo finora.
Nella conferenza stampa del tecnico c’è stato un passaggio che ci ha davvero confortato. Stava parlando del centrocampo che non attacca quanto dovrebbe e a un certo punto ha detto: «Bisogna trovare altri tipi di soluzione, uno è che Gudmundsson non deve abbassarsi». Meno male. Ormai pensavamo di non aver capito niente del gioco e della posizione dell’islandese, che invece di fare l’ispiratore di Kean arretrava per prendere la palla dai piedi del regista, così Moise restava isolato lassù. Gudmundsson deve fare assist e gol. Punto. L’altra parte del lavoro non è richiesta. Se ha qualità e se ora, come dice lui, è più sereno, che lo faccia vedere dalla trequarti in su. Dietro ha già tre centrocampisti, la sua presenza non solo non è necessaria, ma ingolfa la strada dei suoi compagni.
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