VISTA IN TRASFERTA, Una settimana da sogno
Il popolo viola rinvigorito dalla splendida vittoria al Franchi contro la "nemica" di sempre Juve, si appresta a seguire la squadra al Bentegodi di Verona, la prima trasferta dell'anno, una delle più semplici per situazioni logistiche e orario. La maggior parte decide di raggiungere il capoluogo veneto con mezzi propri, solo due pullman organizzati. Nel settore ospiti, la Curva Superiore Sud, risulteranno presenti circa 750 tifosi, con il supporto dei gruppi del Centro Italia e i ragazzi del Verona, legati da uno storico gemellaggio con i gigliati. Al riscaldamento delle squadre il primo coro è per Nikola Kalinic, (assente per squalifica) attaccante croato che poche ore prima aveva ufficializzato la sua permanenza nella squadra viola, dopo i rumors di mercato che lo davano certo con un lauto stipendio verso la Cina. La formazione degli undici titolari è scontata, con Tatarusanu, Sanchez, Gonzalo Rodriguez, Astori, Chiesa, Vecino Badelj, Borja Valero, Tello, Bernardeschi, Babacar. Dagli spalti i cori sono incessanti fin dai primi minuti, si attacca dalla parte opposta, ma la visuale è ottima. I ragazzi di Sousa cercano di portarsi in avanti, ma la prima azione pericolosa è dei clivensi che impegnano Tatarusanu. Al diciottesimo errore dell'ex viola Dainelli che perde palla, la recupera Tello che si porta verso la porta e realizza il goal del vantaggio. L'euforia totale coinvolge tutti, le voci aumentano e rimbombano nell'impianto. La reazione dei padroni di casa è in un paio di occasioni, con i viola che sembrano controllare anche se la difesa mostra qualche difficoltà dalla parte sinistra, ma Sanchez e Tatarusanu sono provvidenziali. Si va all'intervallo ma non si fermano i cori. Ad inizio ripresa Tello resta negli spogliatoi ed entra Maxi Olivera per dare maggiore sostegno alla difesa, intanto ancora il giovane Chiesa incontenibile costringe Cacciatore al fallo in area, l'arbitro di turno Maresca indica il dischetto.
Dagli undici metri Babacar con decisione si posiziona il pallone e con freddezza realizza il doppio vantaggio dei viola. Il settore ospiti esplode di gioia e anche se ancora mancano diversi minuti alla fine, vi è quasi la certezza del risultato positivo. Alla sostituzione di Bernardeschi per Cristoforo, gli applausi e il coro per il numero dieci: "il ragazzo gioca bene". Anche il capitano Gonzalo costretto ad uscire per problemi fisici, entra Tomovic. I viola in campo rallentano il ritmo, sugli spalti senza tregua non mancano i cori contro la Juve, e a favore degli amici scaligeri del Verona. La gara per i tifosi scorre senza momenti di apprensione, anche se in dieci per qualche minuto per crampi di Babacar, costretto a rientrare per i cambi già effettuati. Ancora un lungo recupero, cinque minuti, con il Chievo che si porta verso la porta di Tatarusanu ben posizionato. Prima del termine contropiede viola con Cristoforo che passa a Vecino lungo assist per Chiesa che dalla destra realizza la sua prima rete e impreziosisce un'altra prestazione straordinaria. Mentre viene festeggiato dai compagni, parte un coro spontaneo ed eloquente verso il giovane figlio d'arte: Chiesa goal, Chiesa goal, un tempo dedicato ai grandi che hanno fatto la storia della squadra viola. L'emozione più grande per i presenti che esultano in un abbraccio collettivo che porta brividi e commozione. Al fischio finale tutta la squadra festeggia sotto il settore una vittoria che diventa ancora più importante e fondamentale perché arrivata dopo il risultato roboante contro la Juve, che poteva diventare il vero ostacolo. Una Fiorentina che ha affrontato la gara con intelligenza e ha saputo sfruttare le occasioni avute, poco importa se il gioco è mancato anche per l'avversario ostico in cerca di punti. La squadra è accompagnata fino all'uscita dal campo da applausi ininterrotti e con il coro" vi vogliamo così", a sottolineare il carattere, la grinta e l'impegno visto in campo. A fine gara nel popolo viola torna a riaccendersi l'entusiasmo sopito: due vittorie consecutive, la mancata cessione di un attaccante data per certa che avrebbe indebolito la squadra, aver trovato un nuovo beniamino e forse una bandiera del futuro. Una settimana da sogno che pochi avrebbero immaginato.