VISTA IN TRASFERTA, Orgoglio e cuore viola
Tempi duri e difficili per la tifoseria gigliata, che negli ultimi dieci giorni, ha visto frantumare sogni e ambizioni di una stagione finita in largo anticipo, con la prospettiva di un futuro tutto da decifrare. Dopo le dure contestazioni nel post gara dall'eliminazione dall'Europa e durante la gara al Franchi contro il Torino, con la beffa della doppia rimonta, i tifosi con coerenza continuano a fare la loro parte. Allo stadio "Azzurri Atleti d'Italia", di Bergamo il numero sugli spalti del settore ospiti è consistente con 452 presenti. La maggior parte si sposta dal capoluogo toscano all'alba, dato il fischio d'inizio nel lunch break della gara, sotto una pioggia torrenziale, con otto pullman organizzati. Dopo quattro ore di viaggio tutta la tifoseria è posizionata nel settore preposto, e già nelle fasi del riscaldamento delle squadre, partono i primi cori di incitamento. Il clima che si respira è di rabbia e di rassegnazione, ma un'altra battuta d'arresto con avversari lanciati verso posizioni di prestigio, porterebbe a conseguenze notevoli.
All'entrata in campo delle formazioni nessuna novità per i viola che partono con il solito modulo del 3-4-2-1: Tatarusanu, Sanchez, Gonzalo Rodriguez, Astori, Chiesa, Badelj, Vecino, Tello, Ilicic, Borja Valero, Kalinic. Nella prima frazione di tempo gli orobici attaccano sotto il settore degli ospiti, arrembanti e veloci con evidenti difficoltà della squadra viola sulla fascia destra. Dagli spalti qualche coro di dissenso verso la società, ma prevalgono quelli di incitamento per la squadra, le solite scaramucce verso gli avversari. La tensione sugli spalti è normale dopo gli ultimi risultati, ma si apprezza l'impegno della squadra che non si tira indietro e cresce con il passare dei minuti. Prima occasione da goal il cross di Astori con il colpo di testa di Kalinic che termina fuori. Alla mezz'ora un'incursione di Tello impegna il portiere neroazzurro Berisha, che salva la porta dei padroni di casa.
Si va all'intervallo, si fanno le solite considerazioni, errori dei singoli, giocatori fuori ruolo, poco incisivi in fase realizzativa. Nella seconda frazione di gioco, i viola più determinati, si portano in avanti e sfiorano il vantaggio con Tello e Borja Valero imprecisi. La splendida rovesciata di Kalinic sotto il settore ospiti per pochi secondi fa esultare i presenti, ma la gioia dura un attimo, il goal viene annullato per fuorigioco, dagli spalti la visuale non indica la reale posizione del giocatore. Nel frattempo entra in campo Bernardeschi per Chiesa. Dalla parte opposta un gran tiro di Grassi viene neutralizzato da Tatarusanu, il portiere rumeno si supera e salva il risultato. Dopo il mancato pericolo gli occhi si spostano spesso il cartellone, i minuti scorrono lenti, la paura di soccombere reale, con gli orobici che provano gli ultimi assalti, e i viola che si difendono. Il secondo cambio è Maxi Olivera per Ilicic. Ad un minuto dalla fine entra anche Babacar per Kalinic che non cambia le cose, con i tre minuti di recupero irrilevanti.
Al triplice fischio finale pochi applausi e squadra che resta quasi a metà campo. Un punto che non cambia la classifica e una stagione anonima che ha sopito ogni entusiasmo e che sta portando ad un finale triste e desolante, senza obiettivi da raggiungere. Resta l'amara consolazione dei commenti sempre ironici che ormai contraddistinguono la tifoseria viola:"un punto che muove la classifica, che fa morale, nessun goal al passivo, non è piovuto, grande giornata". A parte le battute che attutiscono una realtà che nessuno osava immaginare ad undici gare dal termine, i tifosi non chiedono altro che chiudere la stagione in modo dignitoso mostrando il massimo rispetto per la maglia. Quella maglia che è passione, orgoglio e cuore di Firenze.