RIVOLUZIONE FRANCESE
Lo stop di Cyril Thereau non ci voleva a questa Fiorentina. Molta della prima parte di stagione ha visto l'attaccante francese al centro dell'idea tattica di Pioli, e non solo per l'ormai dimenticato 4-2-3-1. Thereau è il giocatore a cui vengono indirizzati i rinvii dal portiere e dalla difesa per esempio. Infatti dopo la sua sostituzione contro il Torino, Sportiello ha avuto diverse difficoltà nel liberare l'area di rigore, consegnando spesso la palla agli avversari. E' andata meglio quando è entrato Babacar, altro catalizzatore di palle alte. Anche per la fase offensiva in generale la sua presenza è fondamentale. Infatti ci sono pochi giocatori capaci come lui di farsi trovare costantemente nel posto giusto al momento giusto.
In ogni caso, Pioli dovrà farne a meno almeno per un paio di partite ed ecco che entra in gioco un altro transalpino, ovvero Valentin Eysseric. L'ex Nizza contro il Torino è entrato disputando un primo quarto d'ora sotto ritmo e con poca qualità, poi è lentamente cresciuto alla distanza, risultando a fine partita una piacevole riscoperta. E' chiaro il bisogno che ha di ritrovare una forma atletica di primo livello, ma allo stesso tempo è chiaro come la sua qualità possa sopperire all'assenza di Thereau apportando una vera rivoluzione del modo di intendere la fase offensiva. Meno palla alta e più verticalizzioni, per esempio. Maggiore qualità nel palleggio e meno negli inserimenti. Tra l'altro queste caratteristiche potrebbero sposarsi meglio con Babacar che non con Simeone, altro cambio che il tecnico viola starebbe prendendo in considerazione per la gara in Calabria.
L'occasione per Eysseric è ghiotta, di quelle che non si possono sprecare. Essere determinante nelle prossime due uscite potrebbe voler dire mettere in difficoltà Pioli al rientro della sosta, vero obiettivo di ogni giocatore rimasto ai margini in questo primo spezzone di campionato. Lo ha detto lo stesso allenatore: "Spero che i miei giocatori possano mettermi sempre in maggiore difficoltà nelle scelte". Sintomo di crescita di squadra e di maturità collettiva. Il numero 10 ci proverà. Adesso sta a lui dimostrare di poter valere un posto tra i titolari come successo prima dell'infortunio che lo ha tenuto fuori nel mese di settembre.