POLEMICHE E COERENZA
Qualcuno lo ha definito un punto di non ritorno. Un momento dopo il quale difficilmente la frattura che si è consolidata in queste ore tra Firenze e la Fiorentina potrà essere rimarginata. Almeno, non in tempi brevi. Catastrofismi a parte, il duro sfogo che ha visto protagonista ieri Rocco Commisso ha in realtà tutti i contorni, qualsiasi sia l'opinione sulla vicenda, di un punto di svolta all'interno della stagione viola. Anche perché ha sancito l'ennesima spaccatura all’interno di una tifoseria che nelle ultime ore ha scelto di prendere posizione sull'argomento anche alla luce dei cori scanditi domenica dopo la sconfitta con il Bologna e della stizzita replica di Vincenzo Italiano, il primo a esporsi sul tema.
Da un lato c'è chi accusato il presidente di non aver fatto alcuna autocritica all’interno di una stagione che vede la Fiorentina in evidente ritardo rispetto allo scorso anno (prendendo le 21 gare fin qui giocate e mettendole in parallelo con le prime 21 partite di campionato della passata stagione si nota che i viola hanno non solo 11 punti ma anche 17 gol in meno in totale) mentre dall’altro c’è chi ha riconosciuto nel patron viola la coerenza delle proprie idee e, soprattutto, l’atteggiamento da “padre buono” che prende le difese a spada tratta del suo gruppo di lavoro. Assumendosi tutte le responsabilità e facendo da ombrello (o scudo) alle critiche piovute in questi giorni sulla squadra.
In realtà una delle riflessioni che, dopo quasi quattro anni di dichiarazioni e interviste, viene più spontanea fare (se si tralasciano i contenuti del duro attacco di ieri di Commisso) è che oltre a riconoscere al patron viola l’onestà e la trasparenza nel parlare in un momento così negativo della sua squadra - cosa non sempre scontata in qualsiasi società di calcio a tutti i livelli - risulta difficile pensare di poter cambiare la mentalità (o indirizzare anche solo il pensiero) di un capo d’industria che, su certi temi, ha spesso utilizzato i medesimi (fortissimi) toni. Il capitolo successivo da scrivere, semmai, è un altro. E chiama in causa l’ennesima reazione di Firenze: si andrà verso il rischio di una rottura oppure ci saranno tentativi per ricucire un rapporto che si muove sul crinale?