LA STORIA SI RIPETE
Certo che se neanche dopo 24 ore dall'ufficialità del riscatto di Cuadrado cominciano a volare le prime bombe del mercato sul conto del colombiano, l'estate che aspetta la Fiorentina ed i tifosi viola sarà a dir poco calda. Ieri c'ha pensato un'emittente romana a scatenare il panico, prontamente placato da una smentita ufficiale della società. Forse in questo week-end, come spesso accade nel mercato, assisteremo ad un periodo di quiete ma difficilmente da lunedì in poi il nome di JC11 non sarà più sulle bocche di procuratori, ds ed intermediari di mercato. La posizione della Fiorentina però è molto chiara. E anche se tocca ribadirla per la 300a volta, è doveroso farlo per non lasciare spazio ad equivoci: ogni decisione sul colombiano verrà presa solo dopo il termine del Mondiale, quando l'esterno tornerà a Firenze dopo le vacanze (forse a fine luglio) e si incontrerà con Andrea Della Valle. Solo allora verrà presa una decisione definitiva sul futuro del giocatore, per il quale però la Fiorentina si aspetta una piogga di soldi dai 40 milioni in su (e con il rischio asta imminente, dal quale sono ovviamente tagliate fuori le squadre italiane, forse anche di più).
Scene già viste e riviste. Tutte, però, finite nel migliore dei modi, senza - quasi mai - un indigesto braccio di ferro tra il giocatore e le proprietà. Il primo di questa lunga serie era stato Luca Toni, cercato con insistenza dall'Inter dopo il suo primo anno in viola ma alla fine convinto da Don Diego Della Valle a restare a Firenze per un altro anno, per salvare una viola che pochi mesi dopo sarebbe ripartita in classifica con un pesante fardello di -19 punti. Poi, nell'ordine, le tante polemiche legate ai comportamenti discutibili fuori dal campo di Bojinov e Mutu fino ad arrivare ai casi più freschi, quelli di Jovetic e di Ljajic. Per il primo, l'addio - concordato - fu rinviato anche in questo caso di un anno (proprio come volevano i Della Valle), per il secondo invece - dopo un estenuante tira e molla per il rinnovo - arrivò l'ok per la cessione ad un club che non fosse il Milan. In entrambi i casi, quello del montenegrino e quello del serbo, i viola non hanno ceduto alle richieste di società verso le quali i giocatori si erano impuntati e che, nei confronti del club viola, non avevano dimostrato trasparenza nelle trattative. E se la storia si dovesse ripetere?