LA PARTITA PERFETTA
Nell'immaginario dei tifosi c'è sempre una partita perfetta, una di quelle da sognare la notte, da riguardare nei momenti bui e da raccontare un giorno anche ai nipotini. Per il tifoso viola quella partita è di sicuro Fiorentina-Juventus del 20 ottobre 2013 finita con un incredibile 4-2 in rimonta. Basta scorrere i social media oggi per capire che quella partita è diventata simbolo di un riscatto nei confronti della rivale di sempre, allenata tra l'altro da Conte, uno che a Firenze fin da giocatore bianconero ha raccolto più piunti che simpatie. In campo al Franchi sembrava un film già scritto anche quel giorno. Tevez prima e Pogba poi non solo sembravano aver archiviato la partita già nel primo tempo con il 2-0 ma i due avevano sfidato Firenze facendo quella "mitragliatrice" (di sicuro l'argentino in maniera più evidente) che al Franchi aveva fatto e avrebbe potuto continuare a fare solo Batistuta.
Un affronto che non lasciò indifferente però la squadra e soprattutto Giuseppe Rossi che rientrò in campo con gli occhi della tigre e prese per mano la squadra andando a segnare in pochi minuti una doppietta. Sembrava già tanto il pareggio ma uno strepitoso Joaquin prima e Pepito ancora fecero esplodere il Franchi. Il sorriso di Conte, che l'anno prima -vincendo- si era molto divertito agli sfottò dei tifosi viola, sembrò spegnersi e Firenze passò nel giro di quarantacinque minuti dall'umiliazione della mitraglia alla gioia incontenibile. Giuseppe Rossi, se ce ne fosse stato bisogno visto che in quel periodo giocava bene e segnava, diventò un eroe e Joaquin scalò con il gol del sorpasso le gerarchie della simpatia. Sono passati tre anni da quel giorno e la Juve è tornata a vincere sui viola (eliminazione in Europa League e in Coppa Italia le delusioni più cocenti di lì a breve) ma per Firenze il 20 ottobre resta una data da cerchiare in rosso sul calendario e qualcuno di sicuro conserva anche la tazza celebrativa che apparve in tanti negozi di gadget e non solo. Provincialismo? Forse, ma è solo grazie al provincialismo che probabilmente si possono vivere emozioni così forti.