LA METAMORFOSI
Una metamorfosi quasi completata, forse persino obbligata per gli scenari post mercato invernale. Perso il capocannoniere del gruppo Italiano ha dovuto lavorare su un doppio binario: la rivisitazione della manovra offensiva da un lato, l'inserimento dei due nuovi attaccanti dall'altro. Così mentre Piatek e Cabral si sono ritrovati ad entrare in un nuovo ordine d'idee il resto della mutazione ha riguardato l'impostazione generale, divenuta più elastica, persino flessibile in base ai momenti della partita.
Si spiega anche così il modo in cui Italiano è riuscito a mettere in cassaforte i tre punti nella seconda parte della ripresa di domenica, contro l'Empoli. Non necessariamente cambiando la pressione in attacco con l'inserimento di forze fresche, piuttosto alimentando il palleggio come avvenuto domenica al momento del cambio tra Torreira (ammonito) e Amrabat. Più che arretramento semplicemente una gestione diversa, figlia di lezioni imparate nel girone d'andata quando la Fiorentina ha dilapidato qualche punto di troppo.
Ma la trasformazione della Fiorentina 2.0 di Italiano è passata, oltre che dallo scambio di testimone idealmente avvenuto ieri tra Cabral e Piatek, anche da una difesa registrata intorno alla coppia Igor-Milenkovic, che ha consentito in primis alla Fiorentina di portare a casa punti con il minimo sforzo realizzativo, collezionandone ben 11 nelle ultime sei gare di campionato in cui i gol realizzati sono stati appena sei. Un diverso modo d'intendere il finale di partita e, perchè no, anche il finale di stagione, perché se all'attuale solidità difensiva dovesse aggiungersi più cattiveria sotto porta il mix potrebbe anche essere quello vincente per tagliare un traguardo europeo.