L'EREDITÀ DI CHIESA CON UN ANNO DI RITARDO
La stagione della Fiorentina è appena iniziata, siamo ancora ai primi giorni di ritiro, ma intorno a Riccardo Sottil l'aria sembra decisamente cambiata, soprattutto se si mette a paragone la situazione attuale con quella di un anno fa, o giù di lì. Già dal primo rinnovo dell'esterno classe '99 dalla dirigenza è sempre giunta lui la volontà di puntarci e credere in uno sviluppo simile a quello che fu per Federico Chiesa, del quale avrebbe dovuto prendere idealmente l'eredità come nuovo prodotto del vivaio esploso coi colori viola indosso, almeno in teoria. Sì, perché la pratica racconta che dopo la conferma di Iachini sulla panchina della Fiorentina, per Sottil non ci fosse posto. Molto meno esterno di centrocampo rispetto a Chiesa e più attaccante, per poter avere una chance lontano dai fantasmi del 3-5-2, si è aperta la parentesi di Cagliari. Rientrato, grazie anche al riacquisto fortemente voluto, ecco il fondamentale cambio di guida tecnica con uno come Italiano che fa degli esterni d'attacco un vero e proprio credo.
Già dai primi minuti di Moena, si è notato un fuoco diverso ad animare gli allenamenti (e poi anche la prima amichevole) di Sottil con la Fiorentina. Il ragazzo, che tanto ha voluto Firenze - anche nei momenti più complicati per lui - ora ha l'enorme occasione di poter lavorare con un costruttore in piena regola quale Italiano, uno di quegli allenatori ideali per completare la sua trasformazione in titolare in pianta stabile. Quel tentativo di indossare i panni che furono di Bernardeschi prima e Chiesa poi (l'augurio, chiaramente, va verso un esito differente) cui Sottil punterà con almeno un anno di ritardo rispetto ai programmi iniziali, anche e soprattutto per via del conservatorismo tecnico-tattico di chi allenava prima di Italiano.
Ora però, dicevamo, l'aria è ben diversa e per primo il giocatore ha espresso soddisfazione a proposito delle nuove metodologie e idee di lavoro promulgate da Italiano. Non solo, perché dalla società la volontà è decisa: blindarlo (proposto un rinnovo di contratto fino al 2026) in vista di quella che tutti attendono come stagione della sua consacrazione sul palcoscenico che conta. Le premesse, tra allenamenti disputati a tutta conditi da rovesciate spettacolari e una prima apparizione in partita ubriacante per rapidità e qualità delle giocate, possono lasciar presagire condizioni adatte per coltivare quello che sarebbe l'ennesimo talento made-in-Fiorentina, una peculiarità che l'attuale proprietà non può e non vuole perdere.