L'ANNO DEI BIG, Cerci, genio senza regola
Genio e sregolatezza. Sembra banale, ma niente riassume meglio il 2011 di Alessio Cerci. Talento puro, a tratti geniale appunto, ma troppo spesso oscurato da alcune uscite sciagurate, fuori e dentro dal campo. Le voci di mercato per l’esterno di Valmontone si fanno sempre più insistenti, e nel 2012, a gennaio o a giugno, potrebbe cambiare casacca.
L’anno che va a concludersi non era iniziato bene per l’esterno viola. Dopo una prima parte di stagione fallimentare, a gennaio sembrava che potesse iniziare una nuova era. E invece la Befana, il 6 gennaio contro il Bologna, portò solo carbone per Cerci, che si prodigò in una prestazione da “crisi di nervi”, come la definimmo nelle pagelle del post gara (CLICCA QUI PER LEGGERE LE PAGELLE). In seguito, alcuni piccoli infortuni e molte prestazioni insufficienti dal punto di vista del gioco e dell’impegno, come quelle contro la Lazio (che sfociò in un duro faccia a faccia fra i tifosi ed i giocatori) e quella contro il Genoa, condita da sonori fischi ancora prima della sua entrata in campo. Il 5 febbraio promise, di tutta risposta, “lacrime, sudore e sangue”, salvo poi lasciare lo stadio prima della fine del match con la Sampdoria, discutere con i tifosi durante Fiorentina-Roma e “ignorare” gli inviti delle forze dell’ordine a spostare la Maserati dal passo carrabile. Insomma, non proprio comportamenti da attaccamento esemplare alla maglia.
Poi la folgorazione. Il giorno x è il 23 aprile, il luogo Cagliari. La Fiorentina vince 1-2, doppietta di Cerci. Stupore e sorrisi fra la gente di Firenze. Da quel momento il romano è un altro giocatore, e il primo maggio nel 5-2 rifilato all’Udinese concede il bis e si guadagna il coro ironico della Fiesole “Alessio Cerci è il nostro messi…”. In totale, col gol al Brescia nell’ultima giornata, saranno 7 i centri di Alessio Messi, tanti da giustificare un interesse mai sopito di Manchester City e Juventus (che oggi potrebbero palesarsi di nuovo).
Il resto è storia recente, ed è fatta, oltre che di un gatto portato al guinzaglio per le vie del centro e dai diverbi con Mihajlovic (che in estate lo esclude dall’amichevole col Newcastle), di un inizio più che promettente, con 3 gol realizzati nelle prime partite di campionato, e di un declino preoccupante terminato con l’ultima deludente prova di Siena. Ora la palla viene messa da parte per alcuni giorni e a farla da padrona sarà il mercato, che verosimilmente avrà un occhio di riguardo per l’Henry (o il Messi, a seconda dei gusti) di Valmontone.