FEDINA PULITA
Borja Valero è la faccia bella del calcio. Quella pulita, serena, che porge l'altra guancia. Per lui parla una carriera all'insegna del fair play, un comportamento ineccepibile che nei soli due anni vissuti a Villarreal ha fatto diventare lo spagnolo il giocatore simbolo della piazza e del club. Un solo rosso diretto, infatti, era stato comminato al numero 20 viola prima della sciagurata sera di Parma. Un'espulsione (in quel caso sacrosanta) che arrivò il 23 agosto 2011 nella sfida valida per il preliminare di ritorno di Champions League contro i danesi dell'Odense: allora fu un'improvvida testata a costringere il fischietto scozzese Thomson ad espellere Borja Valero. Da quel giorno, mai più nessuna espulsione diretta ha macchiato il buon nome del "todocampista" gigliato, che peraltro appena la stagione precedente aveva ricevuto il suo primo (ed unico) doppio giallo in carriera (in quel caso si trattava di una gara di campionato contro l'Hércules).
Una "fedina penale", verrebbe da dire, intatta. Illesa sotto ogni punto di vista, dentro e fuori dal campo. Dove ad una classe innata per il gioco del pallone si abbina una figura di padre di famiglia esemplare, con un bambino di quattro anni pazzo per Firenze e la maglia viola ed una figlia attesa già nei prossimi mesi. In tutto questo quadro di semi-santità si inserisce l'inquietante operato di Gervasoni, che nel suo referto arbitrale ha redatto l'esatto opposto di quanto avvenuto sul terreno di gioco di Parma, dove il fischietto ha visto quello che non c'è, scatenando le ire del giocatore, che oggi, senza troppi giri di parole, ha definito l'arbitro un bugiardo. Ed è proprio sulla base dell'impeccabile condotta sportiva (oltre che sulle immagini di Parma) del suo giocatore che la Fiorentina farà leva per ottenere uno sconto dalla sentenza di Tosel. Adesso non resta che aspettare.