DALL'ULTIMO POSTO AL TRIS DI COPPE: LA RIVINCITA DI AQUILANI
Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno inevitabilmente una prova. Anche perché una serata al cardiopalma come quella di ieri contro l’Empoli non l’aveva sognata neppure Alberto Aquilani, che in appena un anno e mezzo da allenatore della Fiorentina Primavera è riuscito a sollevare ben tre trofei, salendo ai primissimi posti tra gli allenatori più vincenti del settore giovanile viola. Un’ascesa, quella della carriera in panchina del tecnico romano, che si è dovuta giocoforza scontrare però con tante difficoltà, prima di prendere un indirizzo ben preciso. Eppure quella casella di vittorie ferma a 0 e quel triste ultimo posto in classifica con la formazione Under-18 nel 2019 (pur con tante scusanti come la mancata continuità di lavoro con la stessa rosa in quella che era una categoria sperimentale) sono soltanto un pallido ricordo.
Un, due, tre... stella!
È stato infatti da quel momento che è partita la ricorsa del Principino, che dopo alcuni mesi di apprendistato in prima squadra (ha fatto parte per un periodo dello staff di Iachini) ha poi scelto di tornare a fare, con maggiore maturità, quello che più amava, ovvero plasmare giovani calciatori. E i risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti. Dal luglio 2020 ad oggi Aquilani (oltre a sollevare due Coppe Italia e una Supercoppa, per la gioia di Commisso) è riuscito sempre a dare una fisionomia ben precisa alle sue squadre, non rimanendo mai arenato su di un solo credo tattico ma variando a seconda di esigenze ed avversario. È stato così che ieri - sotto gli occhi del padre Claudio, arrivato da Roma per la finale - Aquilani all’intervallo ha ribaltato la gara contro l’Empoli, centrando poi il successo ai rigori: via i terzini, dentro un mediano nel ruolo di play basso (dal 4-2-3-1 la Fiorentina è passata al 3-5-2) e ciliegina finale con un esterno offensivo a fare la mezzala.
L'agenda dei segreti
Una formazione rivoltata come un guanto che però ha portato i frutti sperati. E chissà che il suggerimento per cambiare in modo così repentino (ma efficace) la squadra non sia arrivato da quell’agenda che Aquilani dichiara sempre di portare con sé, un piccolo diario dove, negli anni da calciatore, l’ex numero 10 viola si è appuntato via via tutti i segreti dei grandi tecnici che ha avuto. Da Spalletti a Benitez, passando per Allegri, Montella e la sua più vera (e forse per questo inaspettata) fonte d’ispirazione, Jorge Jesus. Espedienti del mestiere che a volte aiutano ma che, già oggi, fanno capire una cosa: la Fiorentina sta coltivando in casa uno tra i giovani allenatori più promettenti.