A PATTO CHE
Andrea Della Valle è un punto di riferimento. Al di là di quanto può raccontare l'organigramma, o la carica in questione, da sempre è suo il ruolo del presidente, ed è anche giusto così. La riflessione sullo status del numero uno viola arriva sulla scia di una decisione sussurrata nella giornata di ieri, e non (bene specificarlo) sulle onde mediatiche dell'ennesimo presunto scandalo in arrivo sul mondo del pallone.
La questione è invece legata a quel momento che, da qualche stagione a questa parte, era diventato il contatto con la stampa. Al termine della partita, giusto il tempo di salutare la squadra negli spogliatoi, e appena a ridosso del cancello della tribuna autorità del "Franchi". Una consuetudine che ha sempre visto il patròn disposto a parlare, e per questo di per sè apprezzabile a prescindere dai contenuti.
La scelta maturata è dunque quella d'interrompere i momenti dell'intervista a fine partita, e di rimandare eventuali incontri alla sala stampa. Scelta di per sè non solo condivisibile, ma persino apprezzabile. Le diverse dinamiche di una sala stampa rispetto a un marciapiede non sono così complicate da immaginare. Una logica da sposare in pieno, a patto che non si prenda la strada del silenzio a oltranza.
Perchè più che con parole o dichiarazioni (che hanno il loro valore, e che se non proprio a scadenze regolari, comunque ogni tanto fanno bene a tutto l'ambiente) l'augurio è che ADV alimenti quel patrimonio di affetto che nasce anche e soprattutto dall'empatia con la propria gente, i propri tifosi. In un momento in cui la Fiorentina, sul mercato, è realmente protagonista (e chissà, magari anche con futuri risultati postivi all'orizzonte) non può passare inosservato, in casa viola, un sottile malumore che sembra nascere, al solito, da più di un difetto di comunicazione (non ultimo, in questo gennaio, qualche passaggio che non sembra aver accompagnato le aspettative della tifoseria pur con tre arrivi archiviati e altrettanti all'orizzonte).
Ci auguriamo, in altri termini, che Andrea Della Valle non dimentichi di coltivare comunque il rapporto con Firenze. Concedendosi selfie e autografi con i propri tifosi anche appena uscito dallo stadio, come capitava fin a qualche settimana fa, ma alimentando anche il feeling con la gente attraverso confronti con quella stampa che altro non è se non veicolo di messaggi. E' vero che il calcio di oggi non è più quello di un tempo, e di spazio alle emozioni se ne dà sempre meno. Ma è altrettanto vero che nel colorito mondo del pallone, anche quelle talvolta contano.