STENDARDO, Porte chiuse? C'è clima da allenamento
"Non è facile giocare senza la spinta del pubblico di casa". Guglielmo Stendardo aveva giocato Atalanta-Lazio del 2007, sfida a porte chiuse dopo i fatti di Catania in cui era morto il poliziotto Filippo Raciti. "Sembra ci sia un clima di allenamento, ma in questo momento del campionato è fondamentale mantenere la concentrazione. Poi è chiaro che non sia la stessa cosa".
Un giocatore si fa influenzare quando sente l'allenatore avversario?
"No, quando entri in campo pensi soltanto all'avversario, alla palla, all'aspetto campo. Non puoi permetterti di guardare o pensare ad altre cose. Il calciatore bravo è quello che riesce a isolarsi, al di là di quel che può esserci fuori".
Come sarà tornare dopo lo stop forzato?
"Se pensiamo a chi ha competizioni europee è stata l'occasione per riposarsi e caricare le batterie, recuperare gli infortunati, ripresentarsi ai nastri di partenza con maggiori energie. Quando ti fermi puoi perdere il ritmo gara, ma è stata una interruzione da poco e gli allenatori avranno simulato la settimana, non credo ci siano contraccolpi".